Chiude il Vernacoliere, giornale di Livorno che più irridente e scollacciato non si può. Mario Cardinali, Editore, Direttore e Fondatore dello storico giornale satirico alza bandiera bianca: ha annunciato che dopo il numero di novembre saranno sospese le pubblicazioni. Per adesso si parla di una riorganizzazione, con l’augurio “di poter continuare a vivere in libera dissacrante irriverenza”.

“O cari anzi carissimi collaboratori – scrive in una lettera Cardinali – o sparpagliata truppa d’eccelse firme del vignettare in satira mordace e d’altrettanto saettare in invettive scritte, o ultimi giapponesi d’una resistenza che ora la chiaman resilienza e ‘un ci si capisce più nulla nemmen lì, ascoltate! No, non è Trump che vi parla, e neanche la Meloni. Son io, il Vernacoliere! Che nuntia vobis dolorem magnum, anzi magnissimo. Dopo il numero di novembre Il Vernacoliere sospende le pubblicazioni Nessuno è eterno. Neanche Mario Cardinali”.

famose locandine

Prosegue la lettera. “Che dopo sessantacinque anni di Vernacoliere, arrivato alla soglia dei novant’anni, si sente francamente un po’ stanchino. Sì, il cervello è sempre vispo, ancora ce la fa a creare le sue famose locandine, respira anche. Ma sottosotto ciondola, e anche un po’ soprasopra. Ragion per cui, prima di cominciare a perdere i pezzi verso la cascata finale, vi annuncio che dopo il numero di novembre il Vernacoliere sospende le pubblicazioni. In attesa – com’è d’uso attendere – di tempi migliori. Che sarebbe a dire o vediamo un po’ se dopo di me ci potrà essere qualcosa oltre il diluvio. Di menti valide ce n’è ancora parecchie nel gruppone che con me ha portato il nostro giornalaccio al record della durata satirica non solo in Italia ma qualcuno dice anche in Europa. E il mondo digitale è lì che attende, l’intelligenza c’è pronta anche artificiale…”.

crisi della carta

Ancora: “E allora toh, vi aggiungo un altro buon motivo, per la fermata del Vernacoliere: c’è anche la crisi sempre più profonda della carta, a dettar la nuova legge dell’editoria. Quella dei giornali, soprattutto. Che quasi più nessuno legge, surclassati come sono dai social, coi telefonini a dettar legge ovunque, nuovi totem dell’indottrinamento in massa. E la pubblicità a pagare il tutto, ché tanto poi a pagare veramente è il solito Pantalone quando compra. E anche per il Vernacoliere i costi ormai son arrivati a superar gl’incassi. Con le edicole che continuano a chiudere a migliaia in tutt’Italia, e quelle che ancora resistono si son ridotte a rivendite di gadget e giocattolini vari, e pare le vogliano perfino adibire a uffici postali e ricevitorie d’ogni tipo, un po’ come le tabaccherie. Non esclusa l’idea di piazzarci un confessionale, a confessar la colpa di voler leggere ancora. Che poi leggere è una parola grossa. Coi quotidiani ormai ridotti a raccoglier la bava dei tanti laudatores a richiesta, con tanto giornalismo di leccaculi d’ogni tipo – e i culi più leccati son quelli di governo, non importa il colore, conta il finanziamento, – da leggere ci sono più che altro i bollettini di Stato o di Partito o d’Enti e Associazioni del gran gioco del potere”.

respiro nuovo

Conclusione: “Oddìo, magari ti mettono al corrente delle decisioni dei Palazzi, con quei bollettini gabellati come giornalismo, ma è anche lì come con la pubblicità per il commercio, che sempre commercio di cervelli è. E figurati se un giornalaccio come il Vernacoliere, che si è sempre piccato di voler seguitare a campare di sole vendite, senza finanziamenti o sovvenzioni o inserzioni pubblicitarie d’alcun tipo, può continuare a resistere senza uno stop per un respiro nuovo. Coraggio, amici e collaboratori cari. Vediamo se dopo aver ripreso fiato ce la faremo una volta ancora. E per intanto pigliatevi, oltre all’abbraccio affettuoso, anche il mio sentitissimo grazie per quanto finora avete fatto, nel contribuire a tenere alto il prestigio d’una storica bandiera d’irriverenza satirica. Con uno speciale ricordo per chi nel nostro gruppo non c’è più, mio fratello Umberto in particolare, per oltre trent’anni cuore e colonna della diffusione d’un foglio di libero pensiero”. Firmato: Mario Cardinali. E c’è un post scriptum: “Occhio, gente, ‘un pare ma ar Governo c’è la Meloni con Sarvini! E anche quell’artro, coso lì, Taiani, che pare dorma ritto e ‘nvece ni riesce anche sdraiato”.

pezzo fondamentale

Il “Presidente della Regione Toscana, appena rieletto ha detto che telefonerà a Cardinali “per capire se, nell’ambito delle rispettive competenze, possiamo fare qualcosa per sostenerlo, o per capire qual è il suo progetto, anche se questo significa magari sospendere per un po’ di tempo”. Secondo Giani il Vernacoliere “è un pezzo fondamentale della cultura toscana”, ed è “qualcosa di straordinario che dà un senso di identità livornese, ma poi tutta toscana: poche volte come sul Vernacoliere noi troviamo quelle battute, quell’ironia, quel sarcasmo, per cui siamo in qualche modo caratterizzati in tutto il mondo”.

(nella foto, Mario Cardinali)

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