Intervista alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni firmata da una collaboratrice, Maria Latella. E’ già la seconda volta. L’assemblea dei giornalisti del Sole 24 Ore ha dichiarato sciopero “a difesa delle professionalità delle colleghe e dei colleghi”. L’assemblea ha deciso che sabato 18 ottobre il quotidiano non sarà in edicola e il sito web non sarà aggiornato “per protestare contro il reiterato ricorso a figure esterne per realizzare servizi e interviste di primo piano”.
forzare la mano
Ma il Direttore Fabio Tamburini ha deciso di forzare la mano e far uscire il giornale lo stesso: venti pagine in tutto, di cui due con l’intervista contestata. Realizzato con un pugno di redattori.
Nel giorno dell’approvazione della legge di bilancio in Consiglio dei ministri, è comparsa sulle pagine del giornale della Confindustria un’intervista a Meloni firmata da una collaboratrice esterna. Da tempo i redattori del giornale erano impegnati nel consueto lavoro di anticipazione, analisi e scavo sulle misure della Manovra. Scrive il Comitato di redazione: “In un contesto che vede la premier sottrarsi alle domande, fino ad arrivare addirittura a vantarsene con i grandi del mondo durante il summit di Anchorage, registriamo che per la seconda volta in due anni la stessa collaboratrice esterna effettua per conto del Sole 24 Ore un’intervista istituzionale alla Meloni, a discapito delle professionalità interne della redazione. Avevamo stigmatizzato questa scelta con un comunicato sul giornale. Episodi analoghi, in altri campi, si verificano anche con altri interlocutori. Vogliamo evitare una deriva in cui risulterà abituale concedere all’intervistato la possibilità di scegliersi l’intervistatore”.
stesso copione
Era agosto 2023 quando Il Sole 24 Ore usciva con un’intervista a doppia pagina firmata da Maria Latella a Giorgia Meloni. Una scelta editoriale contestata immediatamente dal Cdr che in una nota scriveva: “Abbiamo un’intera redazione fatta di colleghi che seguono la politica, e una che si occupa della Presidenza del Consiglio. Eppure si preferisce affidarsi a un esterno”. A distanza di due anni, stesso copione.
(nella foto, Fabio Tamburini, Direttore del Sole 24 Ore)
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Sarà che bisogna avere una faccia di tolla, ma io mi vergognerei di farmi prescegliere dal Potente di turno come suo intervistatore preferito, quali che siano le sue virtù e i vessilli politici che sventolano dal suo balcone.
Questo del Sole è un caso che propone in modo allarmante un problemone di etica giornalistica che non è solo affare di direttori ed editori, ma anche di talune, rinomate “collaboratrici” che nutrono una certa propensione a farsi prediligere.
Mi domando: quale vantaggio se ne ricava da una così smaccata, untuosissima e scambievole vicenda di piaggeria che in un sol colpo: 1) affonda la reputazione di un blasonato giornale; 2) ferisce l’onorabilità di un’intera redazione; 3) mette alla berlina intervistata e intervistatrice, l’una nell’intento di ottenere un risultato compiacente, l’altra nell’esibire il suo massimo zelo. Entrambe – questo è certo – a lungo saranno ricordate per aver sospinto allo sciopero una redazione disciplinatamente-libera come quella del giornale di Confindustria.
Per non parlare dei contenuti dell’intervista pubblicata a forza su un giornale in sciopero: chi mai darà credito a quello che c’è scritto?!…
Non sarà mai stata un’intervista, ma un inchino.