A proposito di “Latella intervista Meloni, sciopero al Sole. Il Direttore fa uscire il giornale”. Io mi vergognerei di farmi prescegliere dal Potente di turno come suo intervistatore preferito, quali che siano le sue virtù e i vessilli politici che sventolano dal suo balcone.
Questo del Sole è un caso che propone in modo allarmante un problemone di etica giornalistica che non è solo affare di direttori ed editori, ma anche di talune, rinomate “collaboratrici” che nutrono una certa propensione a farsi prediligere.
Mi domando: quale vantaggio se ne ricava da una così smaccata, untuosissima e scambievole vicenda di piaggeria che in un sol colpo: 1) affonda la reputazione di un blasonato giornale; 2) ferisce l’onorabilità di un’intera redazione; 3) mette alla berlina intervistata e intervistatrice, l’una nell’intento di ottenere un risultato compiacente, l’altra nell’esibire il suo massimo zelo. Entrambe – questo è certo – a lungo saranno ricordate per aver sospinto allo sciopero una redazione disciplinatamente-libera come quella del giornale di Confindustria.
Per non parlare dei contenuti dell’intervista pubblicata a forza su un giornale in sciopero: chi mai darà credito a quello che c’è scritto?!…
Non sarà mai stata un’intervista, ma un inchino.
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