Il Presidente della Federazione della stampa dice che in ogni riunione di redazione dei media italiani si deve portare la richiesta di dare più spazio a ciò che succede a Gaza. Fino ad usare la pubblicazione di comunicati sindacali prevista dal Contratto di lavoro, fino a ritirare la firma da pezzi che non raccontano la realtà. 

Il consigliere Verdi e Sinistra di amministrazione Rai sottolinea che tg e gr sono pieni di notizie sul caso di Garlasco e non può accadere che un caso giudiziario abbia più spazio di un dramma collettivo come quello che sta accadendo nei territori palestinesi.

mattanza e censure

Sono le reazioni all’appello che 175 giornalisti hanno rivolto a giornali, tv e radio italiane per chiedere di rompere la “congiura del silenzio” sul genocidio del popolo palestinese,  sulla mattanza dei giornalisti a Gaza, sulle censure alla libertà di informazione”. 

Dice Di Trapani: “L’appello pubblicato su Repubblica su Gaza è un grido di umanità e dignità. Decine di firme che chiamano alla responsabilità tutte e tutti coloro che credono nei diritti e nella libertà. Le giornaliste e i giornalisti hanno il dovere di rifiutare le trappole morali: o con il governo israeliano o antisemiti, o complici di un massacro o amici dei terroristi di Hamas. Noi abbiamo il dovere di vedere e raccontare, di inserire i fatti in un contesto. Per questo bisogna dare gambe all’appello pubblicato oggi. Questo vuol dire portare in ogni redazione, in ogni riunione di sommario la richiesta di aumentare gli spazi di racconto su Gaza. Se necessario, anche usando gli strumenti sindacali della pubblicazione di comunicati o del ritiro della firma”.

alleanza sociale

Continua il Presidente Fnsi: “Questo vuol dire anche costruire una vasta alleanza sociale che si mobiliti davanti alle istituzioni italiane ed europee affinché impongano a Israele la fine del massacro a Gaza e della strage dei giornalisti, la fine del blocco agli aiuti umanitari e la fine della censura che impedisce ai reporter occidentali di entrare a Gaza. Ma non dovrà essere una mobilitazione episodica. Dovrà essere una mobilitazione perseverante. Contro l’indifferenza e contro la disumanità”. 

strage di bambini

Dice Natale: “Da Gaza arrivano le notizie dell’ennesima, insopportabile strage di bambini, mentre un appello di giornaliste e giornalisti italiani ricorda oggi che, dentro il massacro di un popolo, c’è anche lo sterminio dei colleghi palestinesi, uccisi in un numero mai toccato in precedenti guerre. Sono fatti incontestabili, che chiedono anche all’informazione del servizio pubblico di incrementare la sua attenzione. Serve parlarne di più e meglio nei tg e nei gr, ma soprattutto devono crescere gli spazi di approfondimento dedicati al tema: finora sono state poche le positive eccezioni che hanno rotto il silenzio. Chiediamo di parlare di più di Gaza nei giorni in cui l’informazione italiana – anche quella Rai – trabocca di notizie, interviste, ricostruzioni, confronti, supposizioni sul delitto di Garlasco. Un fatto di indubbio interesse giornalistico, un caso giudiziario complesso. Ma non può accadere – se la deontologia giornalistica ha un senso – che una vicenda privata ottenga più risalto di un enorme dramma collettivo, che sta segnando la nostra epoca. La cronaca non può trascurare la Storia. E il servizio pubblico ha tutte le risorse professionali necessarie a trattare con maggiore profondità e con il necessario equilibrio l’immane tragedia del Medio Oriente”. 

(nella foto, un’immagine da Gaza, da Pixabay)

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