Si parlava, lunedì 12 febbraio, su La7, a Otto e Mezzo, del Festival di Sanremo e della reazione della Rai -condizionata dalla politica- alle esternazioni di alcuni cantanti a proposito della Guerra a Gaza, o dell’emigrazione, o alla protesta dei trattori.

Nella trasmissione di Lilli Gruber c’erano Massimo Giannini, Paolo Mieli, Italo Bocchino e Marianna Mazzucato, docente di Economia alla London Business School. A un certo punto Gruber ha chiesto all’ospite che lavora a Londra come si sarebbe comportata la Bbc. Mazzucato ha risposto che di sicuro alla Bbc non ci sono trasmissioni nelle quali i giornalisti parlano tra loro come quella presente: “Interessante come format…”.

Stefano Mignanego, già Direttore Relazioni esterne del Gruppo Espresso e poi di Gedi, figlio di Piero Ottone, Direttore del Corriere della Sera dal 1972 al 1977, ha scritto su Instagram che questa frase di Mazzucato gli ha fatto tornare alla mente lo scritto di Ottone sul “Buon giornale”. Pagina 11:  “Il vero giornalista è uno spettatore, non un attore”. A questo arrivava così: ”In un giornale tedesco lessi una definizione curiosa: il giornalista di successo è colui che sa far parlare la gente. Far parlare la gente: basta così poco? Poi riflettendo mi sono convinto che l’essenza del giornalismo è proprio quella. Per indurre l’interlocutore a parlare, ad aprirsi, a rivelare i propri pensieri, sia che ci si trovi di fronte a un sovrano, a un dittatore, a un genio, o a un misero fellah egiziano, bisogna avere uno sconfinato interesse per i propri simili, sentire simpatia e ispirarla: bisogna che la gente ti piaccia; e bisogna sapere ascoltare e scomparire , cioè dimenticare stessi per immedesimarsi nelle vicende altrui; cedere agli altri la ribalta e rimanere dietro le quinte. Ascoltare e non parlare: il giornalista, il vero giornalista è uno spettatore non un attore”.

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