Marzo 1974. All’assemblea dei redattori del Corriere della Sera il direttore Piero Ottone, legge il suo Statuto per il miglior funzionamento del giornale, norme per regolare la vita del grande quotidiano. 

Il giorno 3 marzo lo Statuto Ottone viene inviato dal direttore al Comitato di redazione, che aveva comunque preparato la sua stesura, in particolare nella persona di Raffaele Fiengo. 

Stefano Mignanego, figlio di Piero Ottone, direttore del Corriere dal 1972 al 1977, ha ritrovato una copia dell’originale e l’ha pubblicata su Facebook. Mignanego è stato per 37 anni nel Gruppo Espresso, dal 1998 direttore Relazioni Esterne.

Lo Statuto Ottone è segnato da un grande rispetto per i ruoli all’interno della redazione. Il giornale è considerato frutto di un’opera comune. Il direttore è una guida, ma esercita la sua funzione assieme alla redazione. Non si toccano gli articoli firmati o siglati senza consenso dell’autore. I servizi hanno una relativa autonomia nella scelta degli argomenti. Il Cdr può intervenire per incompletezza dell’informazione. Sono fissate verifiche trimestrali fra direzione e Comitato di redazione. 

Regole che in parte tuttora esistono, ma molto sulla carta. La Federazione degli editori, a suo tempo, disconobbe il testo, in qualche modo sconfessando il direttore del Corriere.

Lo Statuto comincia così: “Il Corriere della Sera è strutturato nei seguenti settori: Interni – Esteri – Economia – Cronaca milanese  – Sport – Culturali – Inchieste – Speciali – Spettacoli – Ufficio ecologico – Stenografi – Redazione romana.

“L’impostazione del lavoro giornalistico è il frutto di un’opera comune al quale ogni giornalista è chiamato a partecipare, secondo le sue competenze.

“Il direttore e chi lo rappresenta ha una funzione di guida che esercita solidalmente con l’intero corpo redazionale, nel riconoscimento delle rispettive prerogative.

“Il responsabile di settore, nella linea espressa dal direttore, programma in modo autonomo con la partecipazione dei colleghi di settore il contenuto delle rubriche e dei servizi che gli sono stati affidati. Egli propone inoltre, preferibilmente nelle quotidiane riunioni, le iniziative di maggior rilievo, ne cura l’esecuzione.

“Ogni modifica di menabò o di titolazione avviene attraverso una consultazione con il responsabile e i giornalisti del settore. Per le modifiche nei titoli è consultato, salvo improrogabili ed evidenti necessità, il loro autore. La consultazione avviene nel rispetto della struttura gerarchica. Eventuali controversie saranno risolte dal direttore.

“Nessun articolo firmato o siglato può essere sostanzialmente modificato senza il consenso dell’autore. Eventuali tagli avverranno, quando possibile, a opera dell’autore, o avverranno ad opera dei giornalisti di settore.

“Ogni giornalista del Corriere della Sera ha diritto alla propria prestazione professionale secondo le mansioni che gli sono state affidate e secondo la sua qualifica. Il giornalista incaricato di scrivere un articolo ha, in linea di principio il diritto di vedere pubblicato il suo lavoro. In deroga a questo principio, il direttore motiva la sua decisione all’autore. Il Comitato di redazione interverrà su richiesta dell’interessato.

“Il numero dei giornalisti di ciascun settore è tale da garantire anche una mobilità esterna non episodica: l’impiego dei redattori in servizi esterni, secondo specializzazioni, è parte dell’organizzazione del lavoro. Tale impiego non può risolversi in un aggravio di lavoro per i giornalisti che prestano servizio nei settori di redazione.

“Il capo dell’Ufficio romano ha la responsabilità del coordinamento del lavoro dei redattori dell’Ufficio stesso, nel rispetto delle diverse attribuzioni settoriali.

“Sul problema dell’esattezza e della completezza dell’informazione, l’articolo 34 del contratto nazionale di lavoro dei giornalisti stabilisce:

Al Comitato di redazione sono attribuiti i seguenti compiti: e) esprimere pareri preventivi. E formulare proposte sulla completezza delle informazioni, anche con riferimento ai servizi di cronaca

“Per agevolare l’applicazione di tale norma propongo la seguente procedura:

Fatte salve le responsabilità del direttore, qualora il Comitato di redazione ritenesse che esistono nel Corriere della Sera incompletezze, inesattezze o omissioni nelle informazioni d’interesse generale che l’Agenzia nazionale Ansa o i principali giornali diffondono o abbiano diffuso, chiede il completamento o la precisazione e l’inserimento nella pubblicazione successiva.

“Sono previste fra direzione e Comitato di redazione verifiche trimestrali sulla funzionalità dei settori del giornale”.

Questo documento illustra la grande tradizione del Corriere in difesa dei principi del giornalismo. Fu preceduto dal Codice etico del gruppo Corriere della Sera (29 maggio 1973) e seguito dalla Dichiarazione d’indipendenza dei giornalisti di via Solferino, sottoscritta dal direttore Stefano Folli, dallo Statuto dei giornalisti del Corriere, firmato il 23 dicembre 2004 dal direttore Paolo Mieli.

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