Il governo francese ha rinunciato a controllare le informazioni sul Coronavirus. Il portale che era stato aperto per garantire ai cittadini notizie certe sulla diffusione del Covid è stato chiuso.

Si chiamava Desinfox Coronavirus il sito sbandierato dalla portavoce Sibeth Ndiaye, era entrato in funzione alla fine del mese di aprile. Era l’epoca in cui i social sparavano sciocchezze a raffica sulla non pericolosità delle goccioline, sull’inutilità delle mascherine e sui possibili e banali marchingegni per difendersi dal virus. Il sito non era piaciuto a molti giornalisti e ai loro sindacati. In pratica Desinfox Coronavirus pubblicava le pagine di alcuni grandi giornali (Le Monde, Afp, LIberation) e non di altri. Come se esistessero testate autorevoli in grado più di altre di garantire un’informazione esatta. Secondo Emmanuel Poupard, segretario generale del sindacato nazionale dei giornalisti (Snj), la faccenda umiliava gli altri 35 mila giornalisti, soprattutto quelli della stampa regionale, molti dei quali facevano rigidi controlli e mostravano un impegno costante nello stroncare le bufale che spesso diventavano virali. Aveva protestato anche la redazione di Le Figaro, che non era stata inclusa fra i prescelti e che faceva già un robusto fact-checking.

Alla fine, 32 testate hanno firmato un documento dal titolo “Lo Stato non è l’arbitro dell’informazione”, in cui hanno affermato che il governo sembrava volersi assumere il compito di certificare l’informazione. Era una chiara allusione anche alle idee del presidente Macron, che qualche mese prima aveva espresso l’opinione secondo cui, nei periodi “delicati ” (come le campagne elettorali), il governo debba possedere per legge gli strumenti per eliminare le fake news. Un bavaglio che non poteva essere tollerato in una democrazia moderna. Conclusione, Desinfox Coronavirus è stato chiuso e molti giornali si sono preoccupati di rafforzare il proprio lavoro di controllo sulle informazioni che riguardano il Covid.

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