In copertina, sul numero di ottobre 2025 Voci di dentro, c’è una foto scattata l’11 agosto 2022 da Fatima Shbair, 28 anni, palestinese di Gaza. Ritrae l’ultimo bacio della mamma ad Alayan al-Shaer, 11 anni, ucciso dal bombe israeliane. Shbair è una fotografa autodidatta che da anni racconta la guerra, la Nakba (“catastrofe”), i funerali, le terre occupate. Titolo della copertina “L’ultima vittima di Hiroshima”. Voci di dentro è un periodico di cultura, attualità, approfondimento, realizzato con i detenuti della Case circondariali di Chieti e Pescara e con i contributi provenienti da altre carceri, edito dall’Associazione Voci di dentro.

“Siamo nel tempo -scrive il Direttore Francesco Lo Piccolo nell’editoriale- nel quale si riafferma il mondo della tecnica. Una tecnica capace di costruire l’atomica che distrusse Hiroshima e Nagasaki. E ancor oggi  capace – con missili, droni, satelliti – di colpire la Striscia di Gaza provocando  oltre 65 mila morti, ma che sono invece ben 180 mila secondo la rivista scientifica Lancet. O capace, questa nostra tecnica, questo nostro ‘progresso’, di fare morti e feriti civili nella guerra russo-ucraina”. Lo Piccolo ricorda che l’export di strumenti di guerra lo scorso anno è arrivato a quasi 8  miliardi. 

“Siamo nel tempo in cui quel filo rosso che collega la soluzione finale all’atomica e l’atomica fino a Gaza, ci fa intravvedere anche un altro tempo, il tempo del carcere, della disintegrazione dell’uomo, lenta e inesorabile, il tempo rappresentato dalle leggi contro i migranti, dalle leggi contro le proteste dentro e fuori dal carcere trasformate in gravissime e inaccettabili rivolte, dall’indifferenza di come si vive nelle celle e dove, per porre fine alla sofferenza, le persone si tagliano o si uccidono usando bombolette del gas, lacci di scarpe, corde di fortuna. E parla di noi, sonnambuli, ciechi e deresponsabilizzati, dopo un lungo percorso che ci ha portato ad accettare la de-umanizzazione dell’altro. L’altro che, al pari della nostra coscienza, è davvero ‘l’ultima vittima di Hiroshima’”.

Nel numero il messaggio del filosofo Gunther Anders a Claude Heatherly, ex maggiore dell’aviazione americana che aveva partecipato allo sgancio della  prima atomica sul Giappone. Dalla lettera nascerà il volume “L’ultima vittima di Hiroshima”, viaggio filosofico nei meandri della forza  diabolica della Tecnica, che produce  “incolpevoli colpevoli”. La banalità del male nel genocidio di Gaza, che ora ha nel mirino anche l’invasione della Cisgiordania. Progetti che smascherano il proclama della “occupazione a scopo di autodifesa”. La detenzione amministrativa, un doppione per stranieri dell’Ospedale psichiatrico giudiziario, che somma il manicomio col carcere. Dalle misure alternative delle riforme del ’75 e dell’’86 al sovraffollamento di oggi. Bambini in carcere, a Ferrara qualcosa si muove. A mezzo secolo all’entrata in vigore del nuovo Ordinamento penitenziario, il lavoro in carcere è tra le cenerentole dei  diritti. “Gettare le chiavi” e tassi di scoperta e condanna dei reati che rappresentano rispetti effettivamente il 25 per cento sul totale presunto commesso e la metà di quelli che approdano a processo.

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