(S.A.) Tre euro lordi ad articolo, condannato l’editore Angelucci. È quanto stabilito dal Tribunale del Lavoro di Roma nella causa intentata da una giornalista contro Il Tempo Srl, società editoriale del quotidiano romano controllato dalla famiglia Angelucci. La giudice Tiziana Orrù ha riconosciuto che la collaborazione della giornalista Giada Oricchio, attiva dal 2006, non era occasionale ma stabile, organica e continuativa. Per questo motivo, l’editore è stato condannato ad assumerla come collaboratrice fissa ai sensi dell’articolo 2 del Contratto nazionale di lavoro giornalistico e a versarle 266 mila euro di retribuzioni arretrate, oltre a 88 mila euro di contributi previdenziali non pagati, interessi e rivalutazioni compresi.

lungo contenzioso

La sentenza è arrivata il 18 giugno 2025, al termine di un lungo contenzioso iniziato nel 2023, quando Oricchio ha deciso di adire le vie legali dopo 17 anni di lavoro sottopagato. Secondo quanto emerso in udienza e riportato da Alessandro Mantovani sul Fatto Quotidiano, il compenso medio per i suoi articoli variava tra 2 e 10 euro lordi, anche per oltre 200 pezzi al mese, pubblicati su carta e poi sul sito web del quotidiano. Gli argomenti trattati spaziavano dallo sport alla politica, fino a temi di attualità come la pandemia da Covid-19 o la guerra in Ucraina. Scriveva anche nei fine settimana e durante le festività, rispondendo direttamente alle richieste della redazione.

“La sentenza è stata impugnata e la Società sta compiendo ogni opportuna valutazione in merito alla gestione del contenzioso”, ha dichiarato Tosinvest, la holding finanziaria degli Angelucci, che ha acquisito Il Tempo nel 2016. L’obbligo di risarcimento si riferisce proprio a questo periodo: i dieci anni precedenti sono stati esclusi dalla decisione, in quanto coperti da un concordato preventivo della vecchia società editrice, guidata dall’imprenditore Domenico Bonifaci. In quegli anni Oricchio lavorava con un contratto co.co.co., poi trasformato in cessione di diritti d’autore, senza miglioramenti economici significativi.

corte di cassazione

Durante il procedimento, la giudice Orrù ha invitato più volte la parte datoriale a valutare una transazione extragiudiziale, ma la proposta è stata respinta. Nella motivazione della sentenza, la giudice ha richiamato l’orientamento della Corte di Cassazione, secondo cui ciò che conta è “l’inserimento continuativo e organico delle prestazioni nell’organizzazione dell’impresa”, indipendentemente dalla forma contrattuale.

A fornire assistenza legale alla giornalista è stata Giuliana Quattromini, avvocata del lavoro e membro dell’Associazione Comma 2, che tutela i diritti dei collaboratori non contrattualizzati. “È sempre più difficile far comprendere certe situazioni ai giudici, questa volta abbiamo trovato un giudice che ha voluto comprendere”, ha dichiarato Quattromini dopo il verdetto.

26mila collaboratori

Secondo dati citati da Il Fatto Quotidiano, oggi in Italia ci sono circa 26 mila collaboratori non assunti a fronte di meno di 14 mila giornalisti contrattualizzati, di cui solo duemila lavorano in Rai. La Fnsi, il sindacato dei giornalisti, da tempo chiede l’introduzione di regole stringenti contro il sottosalario e le false collaborazioni, che restano una pratica diffusa anche in testate nazionali. 

Il patriarca della famiglia Angelucci, Antonio, è deputato della Lega. La famiglia, tramite le Fondazioni Tosinvest e San Raffaele, è proprietaria del Tempo, di Libero e del Giornale.

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