di FRANCESCO GUIDOTTI

Slow News si avventura nel mondo di carta. Con le 100 pagine di Piano. 

Slow News è una testata giornalistica digitale nata nel 2014, primo progetto strutturato di slow journalism, un giornalismo che non arriva per primo su una notizia, ma privilegia l’approfondimento e la costruzione di contesto. Slow News cerca la sua sostenibilità economica escludendo la pubblicità, basandosi su bandi pubblici per il lavoro giornalistico e sulla sottoscrizione di membership, coltivando il rapporto con lettrici e lettori.

un solo colore

A maggio uscirà Piano, una rivista cartacea di 100 pagine, tutta di un solo colore e monografica: per riceverla è necessario sottoscrivere uno dei tre livelli di membership (da 29, 49 e 99 euro) e se saranno raggiunte le 1000 membership usciranno due numeri in un anno.

Alberto Puliafito, direttore e co-fondatore di Slow News, spiega a Professione Reporter che “per festeggiare i dieci anni di vita di Slow News volevamo qualcosa di nuovo da offrire a tutte le abbonate e gli abbonati che già ci sostengono da tempo, ma che ci consentisse anche di allargare il nostro pubblico. Un modo per festeggiare, ma anche per continuare a ‘spingere’”.

fumetti e manuali

Già in passato Slow News ha pubblicato libri, fumetti o manuali: “Un libro inchiesta sulla storia di un detenuto italiano in Guinea Equatoriale; un manuale di storytelling a fumetti di Maicol & Mirco; un fumetto di fantascienza sulla crisi climatica e sui paradossi del capitalismo; un manuale per bambini per verificare le informazioni (insieme a Corraini Editore); un volume speciale a fumetti sulla politica di coesione (insieme alla Revue Dessinée Italia)”.

Dal punto di vista grafico, Piano è stata realizzata dall’artista e illustratore Vito Manolo Roma; il co-fondatore di Slow News e curatore di Piano Andrea Coccia spiega che “la forma e il contenuto hanno diversi livelli di lettura al loro interno e si intrecciano, rafforzandosi”. Il primo numero cerca di osservare “il tema della comunità e del Noi come se lo guardassimo attraverso un prisma, declinandolo in molteplici visioni diverse, dall’energia alla casa, dall’ecologia alla religioni, interrogando dieci voci di primo piano del panorama italiano, ma anche dando spazio a due voci straniere e una artificiale. L’obiettivo è accendere fiammelle, proporre letture laterali e sperare che attecchiscano, fornire punti di partenza per riflessioni che ci servono ogni giorno e che ci serviranno sempre di più”.

niente paywall

Piano ha l’obiettivo di rafforzare l’offerta per le persone già abbonate e cercare di raggiungere nuove persone. Anche altri siti di news o testate digitali, in Italia e in Europa, stanno sperimentando la pubblicazione di libri e riviste cartacee: per esempio, Linkiesta ne ha prodotti diversi e l’ultimo numero del suo magazine è uscito il 26 aprile, Il Post ha lanciato nel 2021 una propria rivista e quest’anno ha iniziato la pubblicazione di libri.

Slow News non ha pubblicità sul proprio sito e sulle proprie pubblicazioni e, dice Puliafito, “nemmeno un paywall: pensiamo che il nostro giornalismo si debba poter leggere e fruire gratuitamente”. Le entrate economiche di Slow News si dividono in due voci principali, bandi e membership: “Negli ultimi anni una parte cospicua delle entrate di Slow News sono rappresentate dai bandi che riusciamo a vincere, finanziando parti piccole o grandi della nostra produzione (a condizione di mantenere l’indipendenza editoriale). Si va da A Brave New Europe, un progetto che portiamo avanti da ormai tre anni con altre realtà giornalistiche di primo piano come Internazionale, Radio Popolare e La Revue Dessinée Italia, fino a progetti più mirati come la serie Le mani in pasta di Sara Manisera, finanziata grazie a una borsa della Bertha Foundation. Facciamo progetti con altre realtà partecipando a bandi in forma collaborativa, come per esempio A Fuoco, con Pagella Politica. Oltre a questo asset (i bandi non sempre si vincono, anzi), in misura in questo momento minore, ma comunque sostanziale, abbiamo le membership e gli abbonamenti a Slow News e Wolf, i corsi e gli eventi di formazione sia dal vivo che online”.

tre soci lavoratori

La direzione di Slow News è composta da Alberto Puliafito, Andrea Coccia e Andrea Spinelli Barrile, cioè “i tre soci di maggioranza e cofondatori di Slow News, che sono anche soci-lavoratori”, spiega Puliafito. “Ma intorno a Slow News ruotano molte persone con competenze diverse: Paolo Riva è il nostro editor per il progetto legato alla politica di coesione europea, insieme a Francesca Menta. Poi ci sono l’avvocato Flaminia Leuti, lo studio grafico Pop-eye con cui lavoriamo per la parte estetica e di user experience del sito; Alessandro Diegoli e Anna Castiglioni che lavorano con noi anche su social e eventi oltre a essere giornalisti a loro volta; giornaliste e giornalisti e altre professionalità che collaborano con noi su progetti specifici; IK Produzioni che è la società indipendente con cui facciamo i progetti video. Insomma: siamo un piccola comunità di persone che cercano di costruire insieme un ambiente non tossico in cui stare bene e lavorare insieme con piacere”.

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