La diffusione dei contenuti che incitano all’odio su Facebook è pari allo 0,1% circa. In pratica 10 visualizzazioni di questi contenuti ogni 10.000. Lo rileva Facebook nel suo rapporto trimestrale sull’applicazione degli standard della comunità relativo al periodo luglio-settembre 2020.

Facebook -riporta l’agenzia Ansa- nel terzo trimestre 2020 ha preso provvedimenti su 22,1 milioni di contenuti di incitamento all’odio (circa il 95% identificati in modo proattivo); 19,2 milioni di contenuti relativi a immagini violente (15 milioni del secondo trimestre); 12,4 milioni di contenuti relativi a nudità infantile e sfruttamento sessuale (9,5 milioni del secondo trimestre); 3,5 milioni di contenuti di bullismo e molestie (2,4 milioni del secondo trimestre).

Su Instagram, invece, ha preso provvedimenti su 6,5 milioni di contenuti di incitamento all’odio (erano 3,2 milioni del secondo trimestre), di cui circa il 95% identificato in modo proattivo (85% del secondo trimestre); 4,1 milioni di contenuti relativi a immagini forti (3,1 milioni del secondo trimestre); 1 milione di contenuti relativi a nudità infantile e sfruttamento sessuale (481.000 nel secondo trimestre); 2,6 milioni di contenuti di bullismo (2,3 milioni del secondo trimestre); 1,3 milioni di contenuti relativi a suicidio e autolesionismo (rispetto ai 277.400 del secondo trimestre).

“Tra marzo e ottobre 2020, abbiamo rimosso più di 12 milioni di contenuti su Facebook e Instagram per informazioni errate che potevano portare a danni fisici, come cure false o esagerate”: ha detto Guy Rosen, vice Presidente di Facebook, “Durante questo periodo – ha aggiunto – abbiamo anche messo un alert su circa 167 milioni di contenuti su Facebook, basati su articoli di verifica relativi al Coronavirus scritti dai nostri partner di fact-checking. Con il Covid in aumento le informazioni accurate sono più importanti che mai”.

“Dal primo marzo al giorno delle elezioni, abbiamo rimosso negli Stati Uniti da Facebook e Instagram più di 265.000 contenuti che hanno violato le nostre policy riguardanti l’interferenza al voto. Nello stesso periodo, su Facebook abbiamo reso visibili avvisi su oltre 180 milioni di contenuti che sono stati sottoposti al fact checking di terze parti”, continua Rosen: E aggiunge che sono stati rifiutati “annunci prima che potessero essere pubblicati circa 3,3 milioni di volte” su temi sociali, elezioni e politica, mentre negli “ultimi anni sono stati creati sistemi e team per affrontare le interferenze straniere e le influenze interne e sono stati rimosse dalla piattaforme oltre 100 reti di comportamenti non autentici coordinati”. Prima dell’estate la piattaforma ha lanciato un Centro informazioni sul voto, visitata da “140 milioni di persone, 33 milioni nel giorno del voto” e “stimiamo di aver aiutato 4,5 milioni di persone a registrarsi per votare quest’anno su Facebook, Instagram e Messenger”.

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