af61e158-644c-477a-999c-677116971a3b.gifNon è una mossa, né un’alleanza contro Repubblica. Ma invece sì. 

Carlo De Benedetti lancia il suo nuovo vascello editoriale, Domani, e lo fa avvicinandosi a Urbano Cairo, l’editore del Corriere della Sera, il grande rivale di Repubblica, oggi numero uno, ieri numero due in una corsa testa a testa, che dura da quarant’anni.

L’annuncio del patto/non patto avviene a Dogliani, nelle Langhe cuneesi,  alla nona edizione del Festival della tv e dei nuovi media, creatura nata e cresciuta ad opera dello stesso De Benedetti. Dal palco del Festival Carlo De Benedetti e Urbano Cairo, assistiti dal giornalista Aldo Cazzullo, tutti piemontesi, hanno annunciato che sarà Rcs a stampare e distribuire Domani, il nuovo quotidiano in edicola dal 15 settembre. 

“Non è che mi alleo con De Benedetti. Io sono un fornitore -ha detto Cairo- De Benedetti è un amico, ha avuto un’idea molto coraggiosa di fare un quotidiano in un periodo come questo. È un’idea buona e io avendo una società di distribuzione gli dò una mano. Nessuna mossa contro Repubblica. Stamperemo il suo giornale e lui farà investimenti su La7. Sono contento di offrire queste cose, chiaramente a pagamento”. 

D’accordo De Benedetti, che è molto più tranchant. “È ridicolo pensare che l’accordo con Cairo abbia l’obiettivo di mettere in difficoltà Repubblica. Non è un nostro problema – osserva – ci hanno pensato loro da soli a perdere copie. E non è un problema di Cairo, perché il Corriere ha distanziato Repubblica in modo clamoroso. Noi non compriamo macchine per stampare. Chi è il migliore fornitore e distributore della stampa? Ovviamente Rcs. Quindi è stata una scelta naturale. Per questo ho chiesto a Cairo di aiutarci. Nulla ovviamente è gratis”. 

E poi: “Non ci interessa cosa succede a Repubblica. È una fantasia maligna priva di fondamento. A Repubblica ci sono giornalisti straordinari”, ha detto ancora.

De Benedetti ha lanciato l’idea coraggiosa di un nuovo quotidiano all’indomani della vendita di Repubblica da parte dei suoi figli a John Elkann. E all’indomani della decisione di Elkann di nominare direttore Maurizio Molinari al posto di Carlo Verdelli. De Benedetti ritiene che l’avvento di Elkann e di Molinari sia la parola fine sulla tradizione laica e libertaria di Repubblica e che si apra quindi lo spazio per una nuova testata. 

L’accordo con Cairo è parte del gioco: Domani non vuole combattere Repubblica ai vertici delle vendite (sempre più scarse) del giornalismo italiano. Vuole però riconquistare i lettori che hanno abbandonato il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari e conquistare lettori giovani con una formula nuova. In questa chiave si può leggere l’alleanza con il principale nemico (in termini quantitativi) di Repubblica, vale a dire il Corriere della Sera, che però ha un bacino di lettori diverso, più istituzionale e conservatore e che quindi non invade il campo prescelto da Domani.

(nella foto, Urbano Cairo e Carlo De Benedetti)

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