Protestano alcuni candidati all’esame dell’Ordine dei giornalisti. Per un pagamento che viene loro imposto ed è addebitabile all’emergenza Coronavirus.

La storia è questa. Attualmente è in corso la 132esima sessione dell’esame d’idoneità per accedere all’Albo dei professionisti, rinviata da aprile ad agosto a causa del lockdown. I commissari stanno procedendo con la correzione degli scritti e si prevede che questo lavoro sarà ultimato per la fine del mese. Per la prossima sessione d’esame, numero 133, le iscrizioni sono possibili entro il 2 ottobre. A quella data gli attuali candidati non sapranno neanche se sono stati ammessi all’orale. L’Ordine ha quindi inviato una lettera per comunicare che i candidati possono iscriversi -per sicurezza- alla prossima sessione e che, in caso di promozione, riavranno indietro la quota di iscrizione alla sessione successiva. Giusto, perché le due sessioni hanno date riavvicinate solo a causa del virus. Però: “Sarà restituita la quota di partecipazione all’esame, detratti i diritti di segreteria (euro 50,00)”, su 300 euro totali. Se un candidato di quelli che stanno affrontando la prova in corso superasse l’esame e quindi non avesse più motivo di presentarsi alla sessione successiva, otterrebbe il rimborso della quota, meno 50 euro. 

I candidati attuali sono 356. Se pure fossero solo metà ad essere promossi, i diritti di segreteria non restituiti ammonterebbero a 8.900 euro.

Il presidente dell’Ordine, Carlo Verna, ha dichiarato: “Sempre stato così quando c’era la sessione straordinaria, anzi credo che un tempo se ti iscrivevi pagavi l‘intero. Ora restituiamo tutto, salvo un diritto di segreteria che si esige normalmente per attività svolte dall’ente: incassa, trascrivi, poi riscrivi e restituisci. Io faccio risparmiare sempre tutto il possibile e se si può fare provo anche eccezionalmente a rinunciare a una cosa che per qualunque certificato si paga, ma qui mi sembra una polemica strumentale”.

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