“In tribuna stampa e a bordo campo giornalisti e cronisti per immagini hanno onorato la memoria dei colleghi morti a Gaza indossando il fiocchetto nero consegnato dai rappresentanti Ussi”. Così l’Unione della stampa sportiva italiana in una nota commenta l’iniziativa messa in atto in occasione di Italia-Israele svoltasi al Bluenergy Stadium di Udine martedì 14 ottobre 2025.
Il gruppo di specializzazione prosegue: “‘La prima vittima della guerra è la verità’”, scriveva Victor Hugo e verità vuol dire sostanzialmente cronaca corretta degli avvenimenti. Proprio il diritto/dovere che è alla base della professione del giornalista. Purtroppo, nelle guerre moderne i giornalisti sono presenze scomode, trattate alla stregua di nemici. L’Ussi, Unione della stampa sportiva italiana, denuncia la strage di giornalisti e operatori dell’informazione che quotidianamente avviene nei vari teatri di guerra nel mondo e in particolare gli oltre 250 giornalisti uccisi e le centinaia di feriti a Gaza”.
In particolare, Alessandro Antinelli, Raisport, ha mostrato al pubblico il fiocco nero a lutto sulla giacca e ha spiegato: “Questo fiocco nero è lì a ricordare i 250 giornalisti e giornaliste che hanno perso la vita a Gaza, in quello che la commissione d’inchiesta dell’Onu ha definito un genocidio. Hanno provato a raccontarlo, questo è un fatto, e purtroppo a casa non sono tornati”.
Polemica anche sul servizio di Jacopo Cecconi, inviato a Udine del Tg3 per seguire la partita di calcio tra Italia e Israele. In riferimento alle proteste in corso prima del fischio d’inizio: “Da questa piazza arriva il messaggio che questa partita non si dovesse giocare, che Israele dovesse essere esclusa dalle competizioni. Allo stadio ci saranno 10mila persone, circa la metà della capienza. L’Italia ha la possibilità di eliminare Israele almeno sul campo vincendo”. Nessuna allusione a vicende politiche -scrive Usigrai, sindacato dei giornalisti Rai- “solo il riferimento a questioni di campo: la nazionale di calcio, infatti, poteva battere Israele sul rettangolo di gioco, come è avvenuto, anziché aspettare i risultati degli altri incontri o l’esclusione a tavolino da parte della Fifa, ipotesi circolata nelle scorse settimane”.
Sulla vicenda interviene anche il Cdr del Tg3: “A scanso di equivoci molto spiacevoli, si chiarisce che il collega Jacopo Cecconi non ha mai nemmeno pensato di accennare o alludere all’eliminazione dello Stato di Israele. Cosa inverosimile anche per i suoi trascorsi professionali”.
Durante la manifestazione contro la partita Italia Israele alcuni giornalisti sono rimasti feriti. La Fnsi augura ai colleghi pronta guarigione e che possano presto tornare a raccontare ai cittadini cosa accade nelle nostre città. Il sindacato condanna la violenza dei manifestanti di Udine come ogni altra forma di violenza. La
giornalista Elisa Dossi è stata colpita da una pietra da attivisti pro pal mentre all’esterno dello stadio di Udine stava svolgendo il suo lavoro di cronista per Rainews24. Un altro giornalista, inviato del Local Team, ha subito un importante trauma cranico.
Secondo Usigrai a colpire i giornalisti sono stati “gruppi organizzati che alimentano disordini e scontri in ogni manifestazione. Colpire un giornalista significa colpire il diritto dei cittadini a essere informati e in uno stato democratico il lavoro di chi fa informazione e le manifestazioni devono essere garantite attraverso l’isolamento delle frange violente che invece appaiono ormai regolarmente in ogni contestazione, trasformando tutto in un campo di battaglia”.





