Copertina dedicata a Papa Leone XIV con il titolo “La barca di Pietro”, e – in via straordinaria – tema del mese in controcopertina con il titolo “Speranza, femminile plurale”: è il nuovo numero di Donne Chiesa Mondo, il mensile femminile dell’Osservatore Romano curato da Rita Pinci, uscito sabato 7 giugno.
E’ il primo numero della rivista dopo l’elezione del nuovo pontefice. Nell’editoriale una riflessione sul ruolo delle donne nella Chiesa attraverso i pontificati degli ultimi decenni, da Giovanni XXIII fino a Francesco: una serie di aperture e resistenze e una tensione non nascosta tra le donne cattoliche – alcune soddisfatte dei progressi, altre desiderose di cambiamenti più radicali – che dimostra la complessità di un dibattito che tocca questioni di fede, tradizione e giustizia sociale.
La Speranza, tema del Giubileo, è letta e raccontata come slancio di libertà. Introducendo il tema, la sociologa Chiara Giaccardi sottolinea che è un atto di coraggio in una epoca di cinismo.
All’interno tre interviste a donne che la praticano ogni giorno: chi ha speranza lavora per una società più umana, non attende il cambiamento ma lo prepara. Ritanna Armeni e Lucia Capuzzi dialogano con Norma Pimentel, suora missionaria che lavora al confine tra Stati Uniti e Messico e assiste i migranti; Vittoria Prisciandaro parla con Rosemary Nyirumbe, religiosa ugandese che ha aiutato migliaia di ex bambine-soldato vittime delle milizie, sequestrate e ridotte spesso a schiave sessuali (entrambe le suore, negli anni, sono state inserite da Time tra le 100 donne più influenti del mondo); Lucia Capuzzi interpella Carmen Yáñez, poetessa, finita nel 1975 nelle mani della polizia politica di Pinochet in Cile, imprigionata, torturata, poi una vita in esilio – come suo marito, lo scrittore Luis Sepulveda.
C’è inoltre la testimonianza di una madre, la giornalista Elena Martelli che ha perso suo figlio Bernardo di 20 anni. E’ il racconto di una donna che durante la malattia del ragazzo riscopre la fede e dopo la sua perdita impara a toccare con il cuore ciò che le mani non possono più raggiungere e gli occhi non possono più vedere. A Bernardo è dedicata la scultura “L’Astrobarca di Berni” dell’artista Daniele Sigalot, collocata davanti all’ingresso del Campus Bio-Medico di Roma dove è stato assistito, e che è l’immagine della controcopertina.
Mamme che si aggrappano alla speranza sono anche quelle migranti incontrate da Lidia Ginestra Giuffrida su una nave di ricerca e soccorso della Ong tedesca Sos Humanity. La teologa Marinella Perroni partendo dalla Visitazione, la visita di Maria a Elisabetta narrata nel Vangelo, parla della gravidanza come tempo sacro dell’attesa.
Due reportage. A Bucarest, Eleonora Mancini racconta la vita di Alina, una degli oltre quattromila ragazzi di strada che popolavano i canali sotterranei della città e ai quali l’artista circense franco-tunisino Miloud Oukili, attraverso la sua Ong Parada, ha insegnato le arti circensi come possibilità di riscatto. A Opi, 370 abitanti, Elisa Calessi incontra le giovani mamme che, tornando a viverci, stanno facendo rinascere questo paesino d’Abruzzo: nell’ultimo anno sono nati quattro bambini e altri tre ne nasceranno quest’anno.
Per la rubrica “Placet”, Marinella Perroni commenta la lettera aperta di una suora al nuovo Papa sul tema della parità di genere nella Chiesa. Per “NonPlacet” , la critica Alessandra Comazzi segnala un racconto televisivo che manca: quello delle donne religiose leader.
Per la rubrica “5 domande a…” Carmen Vogani intervista sulla donazione di organi Francesca Alfonsi, psicoterapeuta del Policlinico Tor Vergata di Roma.
Per lo spazio letterario “Sguardi Diversi”, la scrittrice Carola Susani consiglia tre libri per riscoprire il potere trasformativo della speranza
Per l’angolo “Poesia” c’è Mariangela Gualtieri con “Eppure”.
In “Spazio Cinema” si parla del docufilm “Le Farfalle della Giudecca”, recensito da Gloria Satta.
Per la rubrica “L’altra metà”, tenuta da firme maschili, Massimo Faggioli, professore nel dipartimento di teologia alla Villanova University di Philadelphia, la stessa dove ha studiato Leone XIV, parla della teologia vissuta delle donne.