Appello della Federazione nazionale della Stampa ai media italiani: date la giusta visibilità ai referendum sul lavoro e la cittadinanza dell’8 e 9 giugno. Fnsi invita i cittadini a recarsi alle urne “per contribuire allo sforzo democratico di chi non vuole arrendersi al declino del mondo del lavoro, e della democrazia, in Italia”.
L’8 e 9 giugno si potrà votare per 5 referendum che chiedono di cancellare alcune misure che hanno modificato le condizioni di vita e di lavoro in Italia. La Fnsi invita a votare SI. Questi gli obiettivi dei referendum.
– Ridurre la possibilità di usare contratti di lavoro a tempo determinato, limitandone l’utilizzo a esigenze specifiche.
– Lavorare senza licenziamenti illegittimi, limitando le possibilità di licenziamenti senza giusta causa.
– Ridurre le possibilità di licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese.
– Abrogare le norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante.
– Dimezzare, da 10 a 5 anni, il periodo di residenza legale in Italia richiesto per ottenere la cittadinanza italiana ai maggiorenni stranieri.
COPERTURA MEDIATICA
Ci sono molte polemiche sulla copertura mediatica dei referendum, promossi fra gli altri dalla Cgil. Paradossalmente un po’ di visibilità alle ragioni dei promotori della consultazione è venuta dagli appelli a disertare le urne, arrivati da autorevoli esponenti del governo e persino dal Presidente del Senato Ignazio La Russa.
Sul banco degli imputati in particolare è finito il servizio pubblico Rai. Sollecitato da numerosi esponenti politici, è intervenuto anche il Consiglio dell’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che ha adottato un provvedimento di richiamo “alla Rai e a tutti i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici operanti in ambito nazionale, affinché garantiscano un’adeguata copertura informativa sui cinque temi oggetto dei referendum indetti per i giorni 8 e 9 giugno”.
“imparziale e corretta”
Nella nota dell’Autorità si ricordano i dati del monitoraggio, spiegando che esistono specifiche determine e regolamenti che “si soffermano con particolare attenzione sull’esigenza di assicurare un’adeguata trattazione delle tematiche referendarie, allo scopo di garantire una informazione completa, imparziale e corretta sui quesiti”.
La Rai ha ribattuto elencando le singole trasmissioni che si sono occupate dei temi referendari, “pur in un momento complesso e segnato dalla scomparsa di Papa Francesco e dalla successiva elezione di Papa Leone XIV”.
tradizione radicale
Mercoledì 14 maggio Riccardo Magi, deputato e leader del partito +Europa, è stato trascinato fuori dalla Camera dei deputati dopo esserci entrato travestito da fantasma per protestare contro la campagna per favorire l’astensionismo che il governo di Giorgia Meloni sta portando avanti per i referendum dell’8 e del 9 giugno. Secondo Magi il governo non starebbe informando adeguatamente i cittadini sui temi su cui dovranno votare. Magi è entrato in aula vestito da fantasma mentre il deputato leghista Riccardo Molinari rivolgeva un’interrogazione alla presidente Giorgia Meloni, ed è stato portato via da alcuni funzionari della Camera, mentre rivolgendosi proprio a Meloni la accusava di voler silenziare il dibattito attorno ai referendum e ostacolare la partecipazione popolare. Non è la prima volta che un politico si traveste da fantasma per protestare contro l’astensionismo ai referendum: lo aveva fatto anche Marco Pannella, storico leader del Partito Radicale da cui anche Magi proviene, durante un dibattito televisivo.
(nella foto, il deputato Riccardo Magi portato via dall’aula della Camera, mercoledì 14 maggio)