Non gli dispiace l’Unità di Piero Sansonetti. Legge gli editoriali di Travaglio. Gli piacerebbe ci fosse anche oggi un grande giornale di opposizione (com’era l’Unità). E per sapere cosa succede in Medio Oriente (o comunque nel mondo) si deve andare in rete o fare riferimento ai media anglosassoni o alle tv indipendenti.

Parole di Massino D’Alema, che ritorna il pomeriggio del 29 maggio sulla scena e presenta con altri un libro sulla storia dell’Unità (Franca Chiaromonte e Graziella Falconi “Casa per casa. L’Unità una storia centenaria”, editore All Around): “Si può discutere su cosa sia l’Unità oggi, ma è sempre viva, e incrociamo le dita per il povero Sansonetti. Io non resisto alla tentazione di prenderla e tutto sommato su alcuni temi -uno per tutti la politica internazionale- meno male che c’è, perchè il resto non è che mi soddisfi moltissimo. Sul Medio Oriente hanno un giornalista come Umberto De Giovannangeli, uno dei pochi che sanno cosa succede lì”.

D’Alema parla di un panorama dell’informazione “impoverito”, dice che ci sarebbe bisogno di voci diverse e così perfino l’Unità merita di essere vista la mattina. E mai “avrei pensato, nella mia vita, di andare a leggere gli editoriali di Travaglio con qualche interesse. Persona che ho definito tecnicamente fascista e non ne sono pentito”.

L’impoverimento -continua l’ex segretario del Pdf e Ds ed ex Presidente del Consiglio- si accompagna a una certa omologazione, soprattuto degli organi di informazione maggiori. Non c’è più un grande giornale d’opposizione. Abbiamo avuto un’informazione vivace nel panorama del mondo occidentale, oggi non è più così. Per un’informazione ricca si deve cercare all’estero. Per esempio, sul Medio Oriente molto si è potuto apprendere in Rete, che attinge alle informazioni più libere ed evolute del mondo. E la stampa americana e le tv americane hanno detto con maggior coraggio e informazioni di qualsiasi giornale italiano. Se si vuol sapere cosa succede a Gaza, si deve leggere The Guardian o guardare la Cnn, per non parlare delle tv indipendenti, come Democracy now. Sui giornali italiani non c’è niente”.

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