(A.G.) Record di promossi all’esame di Stato per diventare giornalisti. Sono 195 su 201 ammessi all’orale (97,01%) i candidati dichiarati idonei nella 138ª sessione degli esami di idoneità professionale, iniziata il 24 ottobre 2023 e terminata il 1° febbraio 2024. Cento sono donne e 95 uomini. Quindi, all’orale i bocciati sono stati soltanto 6. Alla prova scritta si erano presentati in 235 e non erano stati ammessi all’orale solo 33 praticanti (1 si è ritirato). Sul totale dei candidati la percentuale dei promossi è dell’82,9 per cento.
In base ai dati recentemente forniti da Saverio Cicala, storico Segretario delle commissioni d’esame, nelle ultime 14 sessioni, dall’aprile 2017, si sono presentati all’esame 4.079 candidati e l’abilitazione all’esercizio della professione è stata ottenuta da 2.617, pari al 64,9 per cento dei candidati. Ci sono state anche sessioni con poco più del 50 per cento dei promossi. Esempio: nel novembre 2020 gli idonei furono il 54,74 per cento, con 142 bocciati allo scritto e 20 al successivo orale.

praticantato addio

Negli ultimi anni sempre meno sono i candidati che arrivano all’esame attraverso il classico percorso del praticantato (assunzione presso una redazione). Molti ottengono una dichiarazione sostitutiva del praticantato dall’Ordine regionale, oppure viene riconosciuto il ”ricongiungimento”, in seguito a collaborazioni continuative, oppure hanno frequentato una delle Scuole riconosciute dall’Ordine.

Nel suo intervento al corso di formazione dell’Ordine del Lazio (“Giornalisti tutte le regole da cambiare”) del 30 gennaio, Cicala ha ricordato che “oggi su 100 candidati non più di 20, a voler largheggiare, sono in possesso di un contratto regolare con conseguente iscrizione nel registro dei praticanti e adeguata retribuzione e contribuzione”. Ha poi segnalato “la preparazione culturale drammaticamente scesa a livelli a dir poco mediocri, come confermano il lessico spesso usato nelle prove scritte e l’ignoranza disarmante dimostrata dai più, in particolare della storia politica e sociale, anche recente, del nostro Paese, per non parlare degli eventi che si sono succeduti nel mondo che ci circonda”. Fenomeno molto preoccupante -ha detto- “che non riguarda solo i giovani che tentano di affacciarsi alla professione giornalistica, ma investe molti altri settori della nostra società, dalla magistratura all’avvocatura, settori nei quali i pubblici concorsi e gli esami di abilitazione confermano le difficoltà che incontra la scuola italiana nello svolgere il suo ruolo educativo”.

nessun supporto

L’esame di Stato per giornalisti si articola su tre prove: un articolo, una sintesi e le risposte aperte a sei quesiti relativi alla professione e le sue Regole Deontologiche, al Diritto Pubblico e al Diritto Penale applicato allo svolgimento della professione giornalistica. Chi le supera, accede alla prova orale, che prevede domande (da parte di una commissione di magistrati e giornalisti) di cultura generale e sugli aspetti tecnici, professionali e giuridici della professione. L’articolo della prova scritta è -a scelta- un esercizio di cronaca (per il quale vengono fornite agenzie di stampa da rielaborare), o un esercizio su temi proposti nei vari settori (dallo sport, alla politica, all’economia, agli esteri, agli spettacoli), che però si basa solo sulla memoria dei candidati: non si possono usare supporti di alcun genere, come invece avviene nello svolgimento normale della professione. L’esame appare quindi profondamente da riformare, per inserirvi -inoltre- prove video e audio e prove sulla conoscenza del giornalismo digitale. Nella riforma della professione proposta dall’Ordine c’è solo qualche cenno.

La 139ª sessione comincerà, con la consueta prova scritta, all’Ergife Palace Hotel di Roma il 16 aprile 2024 alle ore 8,30. Le iscrizioni sono chiuse. 

(nella foto, una prova scritta all’ergile Hotel di Roma)

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