Il Sindacato dei Giornalisti Palestinesi (PJS) chiede che sia data la possibilità ai media di entrare a Gaza per raccontare cosa sta succedendo. Rivolge un ”appello urgente” ai giornalisti e ai professionisti dei media di tutto il mondo, per chiedere “la salvaguardia dei giornalisti e degli operatori dei media palestinesi e una copertura equa e imparziale della situazione”. 

Si legge nell’appello: “Da tre mesi a questa parte, i nostri colleghi e le loro famiglie a Gaza sono stati deliberatamente presi di mira da Israele, che finora ha ucciso oltre 100 giornalisti e operatori dei media palestinesi. In questo momento, Gaza è il luogo più pericoloso al mondo per chi è un giornalista”.

Quello che sta accadendo -scrive il sindacato dei giornalisti palestinesi- mette in pericolo il lavoro dei giornalisti di tutto il mondo, creando un pericoloso precedente e rafforzando l’impunità per i crimini e la censura contro il giornalismo: “È inoltre importante sottolineare che dall’inizio della guerra di Israele contro Gaza, l’accesso dei media a Gaza è stato limitato, consentendo l’ingresso solo ai giornalisti incorporati nelle forze militari israeliane, oltre al frequente blackout delle telecomunicazioni e di Internet a Gaza”.

Il sindacato invita quindi giornalisti e operatori dei media e colleghi a: lavorare collettivamente con le organizzazioni internazionali dei media per chiedere un accesso illimitato a Gaza; dare priorità al fact-checking; esplorare e riferire narrazioni e storie provenienti da ogni parte della Palestina.

(nella foto, Gaza bombardata)

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