Incidenti del mestiere.

Martedì 2 gennaio alle 20.24 Ansa, la principale agenzia di stampa italiana, batte questa notizia: “Morto Antonio Mancini, tra i fondatori della Banda della Magliana”. Mancini, detto “Accattone”.

Trambusto tra le cronache dei quotidiani romani. Messaggero, Corriere, Tempo e Repubblica pubblicano la notizia sui siti. Le altre agenzie riprendono. Il Messaggero prepara una pagina intera sulla carta ma -passate le 23- riesce a bloccarla. Sembra che Antonio Mancini sia vivo e vegeto. Il Tempo addirittura riesce a parlare con lui. L’Ansa gli aveva attribuito 85 anni, ma Antonio Mancini ne ha 75 e ci tiene alla precisione. Anche l’Adnkronos manda in rete una correzione.

resurrezione con birra

Mercoledì 3 gennaio, prima pagina della Cronaca di Roma de la Repubblica: “E’ morto Accattone, il pentito della Magliana”. A tutta pagina 9 di Cronaca: “Accattone è morto e con lui i segreti della Magliana. ‘La Banda è ancora viva’”. E poi: “La prima Lambretta rubata a 12 anni, poi il carcere a 14 e i colpi in batteria, fino all’incontro con Giuseppucci e Abbatino. Antonio Mancini era tra i fondatori del direttorio malavitoso che governò Roma tra gli anni ’70 e i primi anni ’90”.

Giovedì 4 gennaio, prima pagina di Cronaca di Roma: “Accattone è vivo. ‘E festeggio la resurrezione con una birra’”. A tutta pagina 9: “Accattone risolve il giallo della sua morte. ‘Sto festeggiando la resurrezione al pub'”. Sommario: “Parla l’ex della Banda della Magliana dato per scomparso ieri. ‘Mia figlia? Piangeva’”.

investitore di capitali

Si legge nel pezzo: “Un’equivoco chiarito nella notte dal figlio del vero morto: Luciano Mancini, anche lui ex esponente della Banda della Magliana, detto ‘Er Principe’ che aveva 88 anni ed era stato considerato in passato un investitore dei capitali che provenivano dall’organizzazione criminale”.

L’occhiello delle due pagine del 3 e del 4 gennaio è rimasto lo stesso: “Parabole criminali”.

Professione Reporter

(nella foto, Antonio Mancini)

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