Un anno dopo il cambio di proprietà L’Espresso si stacca da Repubblica. O meglio, è Repubblica che si stacca dall’Espresso. Dopo la vendita da parte del Gruppo Gedi di John Elkann, l’accordo era di proseguire la domenica assieme fino al 31 maggio 2023. L’Espresso ha chiesto e ottenuto una proroga di tre mesi e poi di altre due settimane. Il settimanale e il quotidiano erano venduti assieme, ogni domenica, al prezzo di tre euro. Da domenica 17 settembre 2023 ciascuno per sé. L’abbinamento andava avanti da otto anni. A rischiare è molto di più il settimanale del quotidiano. Negli ultimi tempi i due giornali assieme vendevano sule settantamila copie, poi l’Espresso ne vendeva altre 2/3 mila da solo nel corso della settimana. 

L’annuncia è arrivato nel numero del 10 settembre, da parte del direttore Alessandro Mauro Rossi. L’Espresso andrà in edicola ogni venerdì e costerà 4 auro. Nei prossimi mesi -scrive Rossi-“prenderà corpo una proposta editoriale rivoluzionaria e rivoluzionata rispetto alla tradizione, che comunque verrà difesa ad ogni costo”.

Scrive ancora Rossi che “la Repubblica e L’Espresso sono destinati a rimanere comunque molto vicini per la loro storia (Repubblica è nata da una costola dell’Espresso) e per il loro cammino ideale, politico e culturale”. Rossi ricorda però che dal giugno 2022 gli editori sono diversi e la separazione era prevista negli accordi: “I nuovi azionisti del settimanale (Danilo Iervolino 51% e Donato Ammaturo 49%, sono imprenditori solidi e innovativi che si sono impegnati a sostenere e sviluppare il prodotto cartaceo, ben sapendo però che la grande scommessa sul futuro si gioca nel campo digitale”. Ecco quindi l’annuncio che c’è “finalmente” un nuovo sito lespresso.it. Il sito è  base del progetto “Netzine”, “magazine digitale che oltre a notizie e inchieste contenga anche elementi di innovazione da proporre ai lettori, che diventeranno membri di una comunità a cui saranno riservati servizi esclusivi e innovativi, facendoli partecipare alle attività del sito e creando un dialogo costante e diretto con loro”. 

Conclusione dell’editoriale: “L’Espresso andrà da solo, ma siamo sicuri che ci seguiranno in tanti. Sarà una rivoluzione. E allora ‘Que viva l’Espresso’”.

Professione Reporter

(nella foto, Alessandro Mauro Rossi)

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