I cento giornalisti dei dorsi locali del Corriere della Sera (Trentino Alto Adige, Bologna, Veneto, Firenze, Bari, Napoli) lanciano un appello alla redazione intera. In vista della elezione del nuovo Comitato di redazione, prevista per il 3 luglio. 

Chiedono attenzione per i loro problemi, che -affermano- sono stati trascurati dal momento del loro assorbimento (inizio 2023) nell’organico del giornale nazionale. 

Si legge nell’appello: “Dal primo gennaio scorso, data della fusione degli ex dorsi nel Corriere della Sera, le redazioni locali sono senza rappresentanza sindacale. Nonostante la vicinanza del Cdr dimissionario, la mancanza di rappresentanti locali ha permesso all’azienda di ridurre il personale tecnico destinato agli ex dorsi, aprire un nuovo sito web regionale senza alcun ordine di servizio e modificare unilateralmente l’organizzazione del lavoro. Con il potenziamento dei contenuti digitali e con l’integrazione dei prodotti editoriali tra ex dorsi e Corriere della Sera, inoltre, i redattori delle edizioni regionali hanno visto aumentare a dismisura i carichi di lavoro, a fronte di un numero irrisorio di assunzioni”.

organico e assemblee

A causa di tutte queste situazioni sostengono che per loro è difficile, se non impossibile, anche partecipare alle assemblee, tanto che molti redattori dei dorsi non hanno potuto seguire con continuità il confronto che ha portato recentemente alla proclamazione di due giorni di sciopero e poi alle dimissioni del Cdr.

Quindi, la richiesta “in nome del principio di solidarietà e colleganza” a candidate e candidati di un impegno per tentare di risolvere nel più breve tempo possibile la questione dell’organico degli ex dorsi.

“Al di là delle diverse posizioni emerse durante le assemblee -scrivono i redattori dei cosiddetti “Corrierini”- ora c’è bisogno di recuperare unità di intenti e rafforzare la futura rappresentanza dei giornalisti, perché divisioni e contrapposizioni vanno a tutto vantaggio dell’Azienda, in un momento in cui le relazioni sindacali sono sempre più dure e complesse. In vista delle elezioni del nuovo Cdr, fissate il prossimo 3 luglio, cui seguirà entro dieci giorni l’elezione dei fiduciari delle redazioni regionali, chiediamo a candidate e candidati di impegnarsi per affrontare con urgenza le problematiche emerse”.

nuovi arrivati

I nuovi arrivati, come gran parte degli assunti da oltre dieci anni, hanno posizioni retributive mediamente più modeste dei “redattori anziani” e non hanno diritto a gran parte dei benefit del contratto integrativo, come ad esempio l’auto in leasing a prezzo ridotto.

Al Corriere, a seguito dell’arrivo dei redattori dei dorsi locali, è stato scritto un nuovo regolamento del Cdr, che prevede l’elezione di un rappresentante per tutti i dorsi, più tre della redazione di Milano e uno di Roma. In realtà, il Contratto nazionale di lavoro contiene norme diverse, prevede cioè un membro per ogni redazione con almeno dieci giornalisti. Cosa che alzerebbe la rappresentanza dei dorsi. La Fnsi ha segnalato le contraddizioni e ha invitato il futuro Cdr a rimuoverle assieme. L’appello dei giornalisti dei dorsi si conclude così: “Alla luce delle raccomandazioni inviate dalla Fnsi al Cdr dimissionario, chiediamo a candidate e candidati, una volta elette/i, di convocare immediatamente un tavolo con la stessa Fnsi. E’ necessario trovare un più equilibrato compromesso tra le esigenze di rappresentanza delle redazioni locali e le necessità di gestione dei compiti del Cdr, armonizzando il regolamento approvato a larghissima maggioranza dall’assemblea del Corriere della Sera con il contratto nazionale, senza snaturare il prezioso lavoro della commissione di saggi. Riteniamo questo un passo necessario per evitare che un’eventuale impugnazione del regolamento possa inficiare l’attività sindacale del futuro Cdr e annullare eventuali accordi, ancora una volta a esclusivo vantaggio dell’azienda e a scapito dei giornalisti”.

Seguono 56 firme.

Professione Reporter

(nella foto, una prima pagina del Corriere del Mezzogiorno, che esce a Napoli e Bari)

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