Otto ore di battaglia, al Corriere della Sera. Alla fine l’assemblea respinge il piano di accordo con l’Azienda presentato dal Comitato di redazione, confermando lo sciopero di due giorni, venerdì 9 e sabato 10 giugno. E tre membri su cinque del Cdr si dimettono.

“L’assemblea dei giornalisti del Corriere della Sera -recita il comunicato finale- ha bocciato l’ipotesi di accordo raggiunta dal Cdr dopo una trattativa con l’azienda, per portare avanti le istanze della redazione e dopo la proclamazione di due giorni di sciopero. Uno sciopero che era stato deciso all’unanimità di fronte al rinnovato e reiterato peggioramento delle relazioni sindacali. Dopo mesi di confronto, infatti, l’Azienda non aveva dato risposte alle nostre istanze: il rinnovo dell’accordo di smart working, il premio di risultato e l’aggiornamento professionale, messo in discussione dopo oltre vent’anni. Il tavolo si stava chiudendo con la proroga dello smart working per 12 mesi, un premio di risultato per il 2023 e una rimodulazione dell’aggiornamento professionale. Le risposte arrivate a fine della trattativa tra Cdr e Azienda, però, non hanno convinto l’assemblea che ha bocciato tre mozioni che miravano a rimandare alla trattativa il Cdr, confermando lo sciopero proclamato per le giornate del 9 e del 10 giugno, approvato all’unanimità nell’assemblea del 6 giugno ultimo scorso. I membri del Cdr Domenico Affinito, Margherita De Bac e Giuditta Marvelli rassegnano le dimissioni”.

Domenico Affinito è anche segretario generale aggiunto della Federazione della Stampa.

Non si sono dimessi Gian Luca Bauzano e Maria Rosaria Spadaccino, ma con la rinuncia della maggioranza (tre su cinque) si andrà a nuove elezioni dell”organo di rappresentanza sindacale.

“L’Editore ha risposto, sul giornale, così: “Abbiamo trattato con il Comitato di Redazione  che è l’organismo delegato dall’assemblea per le relazioni sindacali.
Abbiamo trovato un accordo con il Comitato di Redazione che non è stato successivamente approvato dall’assemblea.
Ricordiamo che l’editoria è in un momento di grande trasformazione aggravato dall’aumento dei costi delle materie prime.
In un momento come questo sarebbe fondamentale lavorare uniti con l’apporto delle migliori energie della redazione.
Speriamo che i lettori capiscano la decisione assunta dall’assemblea”.

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1 commento

  1. PERCHE?
    Leggo: tre membri su cinque del Cdr si dimettono: … Domenico Affinito, Margherita De Bac e Giuditta Marvelli.
    Le motivazioni delle dimissioni non sono enunciate e al riguardo si possono fare soltanto ipotesi e io non sono in grado di farle. Chiara mi sembra perché è stato respinto dall’Assemblea il piano di accordo con l’Azienda presentato dal Comitato di redazione: il piano, probabilmente, era stato centrato e modulato su una nuova organizzazione del lavoro e presentava maggiori controlli obiettivamente politici.

    Quindi. Due giorni di sciopero, e dopo? Intanto non resta che seguire l’evolversi di questa vertenza in quanto l’informazione che offre il “Corriere della Sera” è importante e chiaramente deve essere libera.

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