Due giorni di sciopero al Corriere della Sera. Proclamati all’unanimità dalla redazione. Il giornale non esce e il sito non lavora sabato 10 e domenica 11 giugno. Fra l’altro, niente notizie sulla finale di Champions League fra Inter e Manchester City.

Motivo della drastrica e compatta decisione la rottura delle trattative fra Comitato di redazione e Azienda su tutte le materie sul tavolo: modalità di pagamento dell’aggiornamento professionale, determinazione del premio di risultato, regolamentazione dello smart working. “L’assemblea dei giornalisti del Corriere della Sera, su proposta del Cdr -si legge in un comunicato- ha votato all’unanimità due giorni di sciopero venerdì 9 e sabato 10 giugno. L’assemblea dei redattori ha concordato con il Cdr di non poter più accettare le risposte inconsistenti che riceve da mesi da parte dell’azienda, sui temi del lavoro agile, del premio di risultato e dell’ aggiornamento professionale, parte integrante delle retribuzioni”.

In particolare, c’è poi un’altra questione: l’invasione degli uomini chiave dell’azienda negli spazi redazionali di via Solferino. I lavori per i nuovi uffici sono ancora in corso, ma le decisioni sono state tutte prese: la tradizionale separazione fra uffici dei giornalisti e uffici dell’amministrazione è saltata. Il direttore generale Rcs Alessandro Bompieri lavorerà con affaccio sul corridoio del direttore, al primo piano, da cui si accede con lo scalone circondato dalle foto dei direttori del più prestigioso giornale italiano. Bompieri starà di fronte alla vicedirettrice Barbara Stefanelli e a pochi passi dall’ufficio del direttore, dove oggi siede Luciano Fontana. Il responsabile delle Risorse Umane Vito Ribaudo è stato destinato al secondo piano, vicino alla Redazione Politica. Fine di ogni privacy.

Una parte dell’amministrazione (Bompieri e Ribaudo compresi) avevano sede dopo il corridoio della direzione, dopo pochi scalini che comunque garantivano una separazione. In quel luogo ora si sta ultimando la preparazione per gli uffici dell’azionista principale del quotidiano, Urbano Cairo. Lavori che comportano il sacrificio, a piano terra, di una parte della Cronaca di Milano (dov’erano i cronisti di nera) per trovare posto a un ascensore personale che porterà Cairo al primo piano. A venti metri dalla stanza del direttore.

Professione Reporter

(nella foto, la scala che porta al corridoio del direttore)

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