Il Tg1 non ha trasmesso le immagini del blitz del gruppo Ultima Generazione che il 2 gennaio 2023 a Roma ha lanciato vernice arancione contro la sede del Senato. Una protesta ambientalista. Questo episodio ha creato un contrasto fra l’Usigrai, sindacato dei giornaisti Rai e il Comitato di redazione del Tg1.

Il notiziario diretto da Monica Maggioni ha deciso di mostrare l’effetto del gesto, ma non l’assalto al Senato. “Le operazioni di pulizia sono in corso, cinque finestre e il portone principale del Senato sono stati imbrattati questa mattina dagli attivisti del movimento Ultima Generazione – ha spiegato l’inviato Alessandro Gamberi – Come Tg1 abbiamo scelto di non mostrarvi le immagini del loro atto dimostrativo per sottolineare come questo tipo di proteste non possa essere accettabile. Proteste che dai quadri nei musei si spostano a uno dei luoghi simbolo delle istituzioni”.

clamore sui media

La decisione è motivata dal fatto che alla base della protesta c’è proprio il clamore che suscita attraverso i media. La decisione della direzione del Tg1 costituisce un precedente complicato da gestire. D’ora in poi, quali proteste mostrare e quali no? Esistono proteste giuste e altre sbagliate, anche se non violente? 

L’Usigrai non condivide la scelta del Tg1 di non mostrare le immagini della protesta di “Ultima generazione” davanti al Senato: “Pur nel rispetto dell’autonomia editoriale di ciascuna direzione di testata – si legge in una nota – il sindacato dei giornalisti non può non rilevare che scelte come quella adottata dal Tg1 rappresentino un problema rispetto alla missione stessa della Rai, come indicata nel contratto di servizio. Tra i principi richiamati dal documento, riguardo l’informazione di servizio pubblico, si legge che la Rai è tenuta ad assicurare, tra l’altro, ‘la presentazione veritiera dei fatti e degli avvenimenti inquadrandoli nel loro contesto, nonché l’obiettività e l’imparzialità dei dati forniti, in modo da offrire informazioni idonee a favorire la libera formazione delle opinioni non condizionata da stereotipi’. Con il criterio adottato dal Tg1 – rileva l’Usigrai – non si sono viste le immagini del Senato imbrattato dai manifestanti e domani non sappiamo quali saranno le proteste che si riterrà lecito mostrare e in base a quale criterio si legittimerà la scelta. Non si tratta dunque di trasmettere o meno le immagini della protesta, ma di contribuire con tutte le informazioni disponibili al dovere di informare che è proprio del servizio pubblico e rispondere nella maniera più completa al diritto dei cittadini ad essere informati”.

confronto al vertice

I rappresentanti dei giornalisti Rai chiedono su questo tema una riflessione al più presto e “ai vertici aziendali un ampio confronto sul ruolo dell’informazione e la missione di servizio pubblico della Rai”.

Il Cdr del Tg1 si è dichiarato “sconcertato” dal comunicato dell’Usigrai. I tre rappresentanti sindacali, Roberto Chinzari, Leonardo Metalli, Virginia Lozito spiegano che “il Tg1, dopo aver mostrato il Senato imbrattato e la pulizia in corso, ha scelto di non mostrare il momento dell’azione nel tentativo di evitare fenomeni emulativi, esplicitando nel collegamento la scelta. Falso che si tratti – come qualcuno scrive sulla stampa – di una censura. Falso che possa essere una scelta lesiva del Contratto di servizio. Siamo pronti ad aprire riflessioni su cosa si debba e non si debba mostrare in tv, ma non ci stiamo ad essere accusati di fare in maniera scorretta il nostro lavoro di informare il pubblico”.

Cinque persone sono state fermate per l’azione contro il palazzo del Senato e tre sono state arrestate con l’accusa di danneggiamento aggravato. Il giudice ha convalidato gli arresti e ha rimesso i tre in libertà. L’udienza è rimandata al 12 maggio. Gli attivisti hanno motivato la loro azione spiegando che “alla base del gesto c’è la disperazione che deriva dal susseguirsi di statistiche e dati sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico, ormai già iniziato, e il disinteresse del mondo politico di fronte a quello che si prospetta come il più grande genocidio della storia dell’umanità”. La vernice utilizzata era lavabile.

(nella foto, Palazzo Madama, sede del Senato, imbrattato)

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