Dati, interviste, video, inchieste e tutto quello che serve per raccontare l’emergenza numero uno del nostro tempo. Fanpage.it ha aperto una nova sezione dedicata al cambiamento climatico. Parla delle Alpi, dove “si suda come fosse ottobre”, dei poveri del mondo costretti a migrare, della fusione nucleare che non ci salverà, dell’economia distrutta da chi se ne frega, di 100mila ghiacciai che si stanno sciogliendo.

l’anno più caldo

Nel suo video editoriale, il direttore del sito napoletano, Francesco Cancellato, spiega perché Fanpage ha fatto questa scelta: “Il 2022 è stato l’anno in cui il cambiamento climatico ci ha sbattuto in faccia cosa ci aspetta, ma come al solito ce ne siamo fregati”. Ed elenca una serie di dati: è stato in Italia l’anno più caldo dal 1800, da quando vengono registrate le temperature, l’anno dell’estate più calda di 4 gradi rispetto alla media storica, con le piogge quasi dimezzate, e della peggiore siccità degli ultimi 70 anni. L’anno in cui un seracco si è staccato dal ghiacciaio della Marmolada, uccidendo undici persone, a causa di temperature anomale, arrivate a dieci gradi oltre tremila metri di altezza. L’anno in cui una notte di pioggia nelle Marche ha causato 12 morti, lasciato senza casa 150 persone e fatto due miliardi di euro di danni e una notte di pioggia a Ischia ha ucciso dodici persone con 230 sfollati.

il petrolio e l’amazzonia

“In Amazzonia -dice Cancellato- nei primi sei mesi del 2022 si sono persi 4000 chilometri quadrati di foresta. Al Cop 27 i leader del pianeta non hanno trovato un accordo su come uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili. Abbiamo scoperto, quest’anno, quanto dipendiamo da fonti fossili come gas e petrolio e quanto questa dipendenza renda fortissimi regimi autoritari come quello russo o quello del Qatar, ma in Italia siamo stati capaci solo di discutere come sostituire gas e petrolio russo con altro gas e petrolio. Abbiamo discusso più di quanto sia deplorevole che gli attivisti contro il cambiamento climatico abbiano bloccato una Tangenziale o imbrattato il Senato più di quanto abbiamo discusso sul cambiamento climatico”.

seguire la catastrofe

Conclusione: “Il 2002 è l’anno a partire dal quale non possiamo più dire di non sapere. E in cui, nessuno escluso, abbiamo continuato a essere parte del problema. La speranza, la solita, è che nel 2023 diventiamo parte della soluzione”.

Nell’ottobre 2019 il Guardian di Londra ha promesso ai lettori che da allora avrebbe avuto un ruolo primario nel seguire la catastrofe ambientale. Dall’ottobre 2020 Repubblica cura il sito Green&Blue sui temi ambientali e pubblica l’inserto con lo stesso nome ogni primo giovedì del mese.

(nella foto, Francesco Cancellato, direttore di Fanpage)

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