Grande Freddo alla Stampa.

Nelle redazioni della Cronaca di Torino e di Torino7, quando il termometro arriva a 19 gradi  “entra in funzione il sistema raffreddamento che ‘abbatte’ il termometro. Un numero sempre maggiore di colleghi lavora ormai da giorni con giacca e sciarpe addosso”. Il Comitato di redazione ha fatto presente più volte la questione senza ottenere risultati. Così il 24 novembre ha scritto all’Amministratore delegato, al Responsabile risorse umane e al Direttore Giannini: “Tale situazione, che mette a rischio la salute dei lavoratori, non può essere tollerata oltre”. Si chiede all’Azienda, entro la sera stessa, di comunicare i provvedimenti per risolvere il problema. In mancanza di questi, si chiede all’Azienda di individuare dal 25 novembre altri locali idonei al lavoro o di mettere i lavoratori in libertà: “L’alternativa, per scongiurare il rischio di salute, sarebbe la sospensione del lavoro dichiarata da parte sindacale”.

aspetti ambientali

Questo è solo uno degli aspetti “ambientali” sui quali si discute a Torino. Il Cdr ha fatto una serie di rilievi al progetto di risistemazione della sede centrale di via Lugaro 21.

E situazione tesa anche nella sede di Roma, dove la Direzione ha proposto di “fare desk”, passare pezzi e scrivere titoli. A Roma da sempre si sono solo scritti articoli da inviare a Torino per la “confezione”.

Sul nuovo assetto di Torino, il Cdr nota che vengono prese decisioni che hanno per obiettivo  principale il risparmio. Senza prospettive di espansione. Ecco dunque un numero insufficiente di scrivanie, non prevedendo spazi per stagisti e lavoratori in distacco da altre testate del Gruppo. La dislocazione delle stesse scrivanie non prevede spazi per il rafforzamento dei settori, anche nei casi già stabiliti e anche nei settori già considerati sotto organico e senza tener conto dell’inserimento di nuove figure professionali da affiancare ai  giornalisti. Ancora: la riduzione delle distanze fra i giornalisti dagli attuali due metri al metro deciso nel progetto fa scattare l’obbligo di indossare la mascherina anche al proprio posto di lavoro, con evidenti disagi. Poi, il Cdr segnala la mancanza di una sala per consumare i pasti, la mancanza di una sala medica, il numero insufficiente di bagni, la riduzione dei parcheggi.

scanner e abbonamenti

Tre questioni riguardano la sicurezza dei redattori: l’insufficienza delle uscite di sicurezza, situate su un solo lato della redazione, con possibili conseguenze in caso di evacuazione; lo scanner per i controlli postali, necessario per intercettare eventuali pacchi esplosivi, già più volte in passato arrivati in redazione, collocato in un locale attiguo alla redazione e alla reception all’interno della redazione stessa; l’ufficio abbonamenti localizzato nell’attuale reception, sistemazione che lascia libero il passaggio per ogni visitatore che si troverebbe così, superata una banale porta, all’interno della redazione.

Su tutto questo, sull’ipotesi per il proseguimento dello smart working e sulla ipotesi di fusione delle redazioni liguri con quelle del Secolo XIX è stata convocata un’assemblea mercoledì 30 novembre. Il 25 novembre invece il Cdr sarà a Roma per discutere con i colleghi l’intenzione di aprire il desk nella della Capitale.

Professione Reporter

(nella foto, la redazione centrale de La Stampa, a Torino)

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