Una grande e numerosa famiglia di giornalisti, i Luna. Il 29 giugno hanno perso il capostipite, Carlo, che a quasi 82 anni si è arreso a una lunga sequela di sofferenze.

Esordi al Popolo negli anni Sessanta (suo padre Riccardo aveva diretto il settimanale della Dc, La Discussione, ed era stato portavoce di Alcide De Gasperi), giornalista parlamentare (ha continuato a frequentare Montecitorio fino in anni recenti), capo del servizio politico ad Avvenire negli anni bui del terrorismo (restò per molti anni collaboratore del quotidiano della Cei e curatore della rubrica Qui Roma), Carlo Luna è stato per vent’anni capo della comunicazione e della relazioni esterne dell’Automobil club d’Italia e direttore del mensile l’Automobile, da lui ripensato e ridisegnato insieme a Piergiorgio Maoloni. Ne fecero insieme uno dei migliori magazine in circolazione in quegli anni, elegante e innovativo nella veste grafica, intelligente e culturalmente solido nei contenuti: le auto e il mondo di interessi che ci gira attorno erano solo un pretesto per parlare degli italiani e le loro fragilità, i loro sogni, il loro gusto per i piaceri della vita. Collaborò con il settimanale Il Sabato e in tempi recenti ha scritto un libro sul caso Moro, rivelando dettagli e particolari inediti sul rapimento e l’omicidio del segretario democristiano nel 1978.

Carlo Luna è stato salutato da amici e parenti (due mogli, 5 figli e 8 nipoti) in una chiesa di Roma Nord, dove negli ultimi anni era solito presentarsi il sabato sera per la messa. Di lui i figli Alberto, Francesco (giornalista al Giorno, poi all’Agi, prima di seguire Romano Prodi a Palazzo Chigi, oggi funzionario del World Food Program) Giovanni, Diana e Riccardo (direttore di Italian Tech di Repubblica, prima direttore dell’Agi, di Wired e del Romanista) hanno ricordato il suo rigore professionale, talvolta corrosivo, mai retorico e l’attaccamento alla famiglia, ai nipoti (uno di loro, Alessandro, collaboratore della rivista studentesca Scomodo, del Foglio e attualmente di Domani). Episodi di vita nelle redazioni e con i giornali sempre in mano, divorati la mattina presto, le rassegne stampa radio ascoltate con metodo. Nella vita vince chi ha l’idea migliore, era il suo motto, ha raccontato il figlio Riccardo, parlando della sua indomita curiosità e passione per la politica, curiosità che ha saputo trasmettere a tutti loro, anche ai non giornalisti di famiglia (una minoranza), anche ai più giovani della stirpe, innovatori in erba. Era un raccontatore professionista, Carlo Luna, amante della Roma e del giornalismo accurato. 

(nella foto, Carlo Luna)

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