Che fatica mettere assieme i Comitati di redazione!

Al Corriere della Sera, che negli anni ’70 e ’80 fu avanguardia sui diritti sindacali dei giornalisti, sono state rinviate le le elezioni dell’organismo di rappresentanza. 

Per assenza totale di candidati. 

O meglio, si è presentata soltanto una candidata per i collaboratori articoli 2 e 12. Nessuno per i tre posti riservati alla redazione di Milano. Nessuno per i due posti riservati a Roma.

tendenza generale 

La tendenza oramai è generale, sempre più è difficile trovare chi voglia rappresentare i colleghi davanti a Direzioni e Aziende. Una situazione di arretramento rispetto alle rivendicazioni collettive, che riguarda i sindacati di tutte le categorie. Nei giornali, però, si nota in particolare, visti i passi avanti dei decenni scorsi: i Cdr, in molte occasioni, nelle testate maggiori, sono arrivati a discutere le linee editoriali, a intervenire sui contenuti e perfino sulle gestioni economiche. Con la forza delle assemblee, degli scioperi, dei comunicati fatti pubblicare, ai sensi del Contratto nazionale di lavoro.

Al Corriere l’ultimo Cdr si è dimesso il 25 marzo, era composto di quattro donne e un uomo. Era stato messo assieme superando grandi ostacoli. Si era andati alle elezioni, a ottobre  2021, senza alcun candidato a Milano. La redazione aveva eletto tre giornalisti (più i due di Roma), che si erano subito dimessi. Vennero poi rieletti gli stessi nomi all’inizio di novembre, dopo una assemblea straordinaria di chiarimento. Il Cdr è andato avanti per 5 mesi e si è poi arreso, a causa di divisioni interne, soprattutto sulle relazioni più o meno morbide da tenere con il Direttore Luciano Fontana.

trattative complesse

Le nuove elezioni sono state convocate per il 19 aprile, ma nel corso quasi di un lungo mese, nessuno si è fatto avanti per proporsi come candidato. Oltre cento giornalisti hanno proposto lo svolgimento di un’altra assemblea straordinaria e l’assemblea ha votato il rinvio della data elettorale a mercoledì 4 maggio. Nella speranza che accada qualcosa di diverso.

Anche alla Stampa si era verificato un problema analogo. Nello scorso dicembre si erano presentati solo 4 candidati per 5 posti e le elezioni erano state rinviate.

Perché tutto questo? Per l’arretramento generale dei diritti collettivi, per la sensazione dei Cdr di avere alle spalle redazioni sempre più sfilacciate, dure da mobilitare, formate da singoli individui concentrati sui propri problemi (con l’aiuto dello smart working). Per la conseguente complessità di trattare con Direzioni e Aziende meno preoccupate di un tempo della influenza della redazione. Con alle spalle, inoltre, un Contratto nazionale di lavoro scaduto nel 2016 e quindi anch’esso esangue.

Professione Reporter

(nella foto, un’assemblea della Federazione nazionale della Stampa)

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