Il 27 dicembre 2021 il Giudice per le indagini preliminari del tribunale di La Spezia, Marinella Acerbi, ha archiviato la querela per diffamazione presentata a giugno 2021 dal sindaco Pierluigi Peracchini contro il giornalista genovese Paolo Frosina, redattore de ‘Il Fatto Quotidiano’, difeso dall’avvocato Caterina Malavenda. Il sindaco si riteneva diffamato dalle critiche espresse in un articolo pubblicato un anno prima.

A novembre 2021 il pubblico ministero aveva chiesto l’archiviazione, ma il sindaco si è opposto, con una memoria del suo difensore. Alla fine il giudice ha disposto l’archiviazione stabilendo che il giornalista ha esercitato in modo corretto il diritto di cronaca e di critica. “I giudizi negativi sul sindaco della Spezia sono stati riportati evitando l’uso di espressioni tipiche delle manifestazioni di gratuita contumelia”, ha scritto nell’ordinanza di archiviazione.

zona rossa

All’origine della querela c’era un articolo firmato da Frosina, dal titolo “Festa Inter a Milano, precedente di La Spezia: folla in strada per la promozione in A e dopo 2 settimane prima zona rossa della 2° ondata”, pubblicato il 3 maggio 2021 sul “Fatto Quotidiano”. 

In questo articolo, il giornalista ha descritto e criticato il comportamento del primo cittadino in occasione della partita giocata il 20 agosto 2020, che ha decretato la promozione in serie A della squadra di calcio cittadina e dei successivi festeggiamenti  durante la notte. Il giornalista ha ipotizzato una relazione fra la mancanza di  disposizioni anti-contagio e l’aumento dei contagi da Covid 19 che, pochi giorni dopo la partita, ha comportato la decisione del sindaco di imporre misure restrittive (zona rossa) in alcuni quartieri di La Spezia.

grazie all’editore

Paolo Frosina ha commentato: “Questa vicenda mi ha fatto vedere come funzionano le cose quando un cronista critica un certo tipo di politica. Se con un articolo dai fastidio a qualcuno, una querela può piombarti addosso, può essere vibrata come una mazza chiodata, allo scopo di intimidirti e infastidirti. Nel mio caso il querelante non ha neppure tentato di chiarire le cose attraverso il dialogo, non ha chiesto una rettifica. Si è rivolto direttamente al giudice. Per fortuna il giudice mi ha dato ragione. Devo ringraziare l’editore, che mi ha dato solidarietà e assistenza legale. Altrimenti avrei dovuto sostenere di persona queste spese, come accade a tanti miei colleghi”.

Ossigeno, l’osservatorio promosso da Fnsi e Ordine che si occupa di minacce e abusi ai danni dei giornalisti, ha espresso piena solidarietà a Frosina. “Ciò che è accaduto a Frosina – ha dichiarato il direttore di Ossigeno, Alberto Spampinato – illumina come un lampo nel buio lo scena su cui si muovono molti cronisti italiani, continuamente costretti a scegliere (spesso in assoluta solitudine) se devono rischiare di persona pur di far prevalere il dovere di raccontare ai lettori ciò che accade sotto i loro occhi, oppure devono rinunciare, per il timore di ritorsioni fisiche, legali, patrimoniali”. 

i dati del ministero

Testimonia Ossigeno che le querele per diffamazione immotivate come questa sono circa diecimila ogni anno e le cause per danni pretestuose un migliaio ogni anno: “Nel 2021 la metà delle ‘mine’ su cui sono inciampati i giornalisti italiani era fatta proprio di abusi legali. Questa è la media nazionale, ma ci sono state Regioni come il Lazio dove tre intimidazioni su quattro (67%) sono state abusi legali. Le statistiche del Centro di Documentazione del Ministero dell’Interno sulle minacce ai giornalisti italiani non tengono conto del caso di Paolo Rosina né degli altri consimili di querele e cause pretestuose. E ciò spiega perché nel 2021 Ossigeno per l’Informazione ha registrato e segnalato un numero di minacce ai giornalisti italiani doppio rispetto a quello  fornito dal Centro di documentazione del Viminale (301 rispetto a 156)”. Inoltre, non sempre il calvario che ha vissuto Paolo Frosina, si conclude nel giro di 18 mesi (mediamente dura da 2 a sei anni), né si conclude sempre con un lieto fine.

“Sono moltissimi -dice ancora Spampinato- i prepotenti che approfittano dell’isolamento del giornalista sgradito, che prendono di mira solo lui, mantenendo buoni rapporti con il giornale che pubblica i suoi articoli. Questi prepotenti, che usano le querele e le cause per diffamazione come un randello si fanno forti di una legge che la politica non riesce a modificare, una legge che consente di abusare del diritto di querela contro un giornale e un giornalista che dà fastidio, anche quando si commette il reato di calunnia contro cronisti molte volte deboli, pagati male, senza un editore schierato dalla loro parte, senza un avvocato del giornale che faccia scudo a livello legale e patrimoniale”.

(nella foto, Paolo Frosina)

LASCIA UN COMMENTO