(S.G.) Si chiama “Uniti per il lavoro” ed è un concorso voluto dai sindacati Cigl, Cisl e Uil del Lazio, insieme all’Associazione Stampa Romana: punta a premiare i migliori contenuti giornalistici che raccontato il mondo del lavoro regionale in questo ultimo anno di pandemia. 

“A distanza di un anno dall’inizio della crisi pandemica, con inevitabili conseguenze sul mondo del lavoro e in attesa di una ripartenza legata al completamento della campagna vaccinale e alle misure del Recovery Plan, i sindacati Regionali del Lazio vogliono riportare l’attenzione sul centro della casa comune”, si legge sul comunicato congiunto dei sindacati.

Per gli organizzatori “il giornalismo può stimolare e rilanciare la centralità del lavoro, essenziale per la tenuta costituzionale e democratica del nostro paese”. 

Il concorso si articola in due categorie: lavori scritti per carta e/o web non superiori alle sei cartelle di testo (180 righe complessive) e quelli audiovideo non superiori ai 10 minuti di durata. I pezzi, per venire ammessi, devo essere stati pubblicati tra il 10 marzo 2020 e il 10 aprile 2021. La giuria sarà composta da un componente per ciascuna organizzazione sindacale e i premi sono di 4mila euro.

I lavori dovranno essere inviati all’email segreteria@stamparomana.it entro il 31 maggio 2021. Saranno presi in considerazione anche quei lavori che pur essendo in origine più lunghi delle righe e del minutaggio sopra indicato saranno sintetizzati dagli autori in modo da rispettare i parametri previsti dal concorso.

“Riteniamo opportuno – hanno dichiarano i segretari generali Azzola, Coppotelli, Civica e Pappagallo – riportare l’attenzione sul tema del lavoro troppo spesso relegato a una nota residuale all’interno del flusso informativo. Solo con un nuovo protagonismo del mondo del lavoro saremo in grado come paese e come regione di lasciarci alle spalle la durissima crisi di questo anno e portare speranza per il nostro futuro, a cominciare dai più giovani”.

Secondo lo studio realizzato da Uil ed Eures, pubblicato a marzo 2021, nel 2020 la pandemia di Covid-19 e le misure restrittive messe in atto per contenere i contagi hanno determinato un rallentamento dell’occupazione regionale. Dopo la crescita costante degli ultimi cinque anni si è registrata un’inversione di rotta: il numero complessivo degli occupati è sceso a 2,34 milioni di unità, con un decremento del 2% sull’anno precedente (cioè una “perdita” di 47 mila unità in termini assoluti). Si tratta della contrazione più significativa osservata nell’ultimo trentennio.

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