Certe volte i quotidiani “fanno notizia”, a prescindere da quelle che pubblicano. Ne è un esempio la Repubblica di domenica 25 ottobre. Le informazioni sono due. Il lettore affezionato si accorge che non c’è il fondo di Scalfari, fondatore e nume tutelare, che la domenica non manca mai (in 44 anni ha saltato 4 volte). L’ultimo pezzo lo ha scritto sui suoi rapporti con papa Francesco. Oggi in pagina non c’è.

La seconda notizia è che la sede del giornale è chiusa. Lo ha spiegato lo stesso direttore, Maurizio Molinari: la redazione è stata blindata per colpa del virus, i tecnici la stanno sanificando. Il quotidiano è comunque in edicola, grazie all’impegno di giornalisti, tipografi, grafici, che hanno lavorato a casa, grazie ai computer e ai collegamenti via Internet. E continueranno a farlo. Il Covid crea problemi, preoccupazioni e dolori in tutti i settori della società. Mai come oggi le informazioni sono indispensabili ai cittadini. La maggior parte dei giornalisti italiani in questo momento lavora a distanza.

E’ la sfida più difficile, ha scritto Molinari nell’editoriale. Con la pandemia dobbiamo ancora convivere: “L’unica strategia che può farci battere il virus è non farci sorprendere dalla coda dell’uragano: adattarci alle sue minacce, disinnescarle e dunque riuscire a condurre le nostre vite fino a quando l’arrivo del vaccino o l’efficacia di nuove terapie ci libereranno dal Covid 19”.

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