“Isolato per la prima volta in Europa il virus dell’epidemia cinese”; la notizia era stata data dall’istituto Spallanzani il 2 febbraio. Ma non era esatta. I nomi e i volti delle tre ricercatrici erano stati diffusi con grande risalto e soddisfazione era stata espressa dal ministro Speranza, dal governatore del Lazio Zingaretti e da tutto il mondo scientifico. In realtà i primi ad individuarlo erano stati, in Francia il 23 gennaio, gli esperti dell’istituto Pasteur, che il 29 lo avevano poi “sequenziato”. Nei laboratori cinesi  molecole responsabili dell’infezione erano state scoperte già dieci giorni prima.

Nessun giornale italiano, a quanto pare, aveva controllato l’informazione data dalle autorità italiane. Una gara a chi arriva primo? No, perché ora si assisterà di certo alla collaborazione fra gli esperti di diversi paesi. La scoperta è di enorme interesse per le case farmaceutiche. Il materiale sarà messo a disposizione di tutti i virologi i quali, con diversi metodi diagnostici, cercheranno di testare l’efficacia di molecole antivirali al fine di consentire lo sviluppo di strategie terapeutiche e arrivare alla preparazione di veri e propri vaccini.

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