(A.G.) Zitta zitta piano piano.
Ha dato per prima la notizia che l’Iran si prendeva la colpa per l’abbattimento del Boeing ucraino PS752 caduto a Teheran. E prima e dopo ha messo a segno altri scoop internazionali, sul presidente libico Sarraj e sulla missione europea nel Mediterraneo Sophia.
Cristiana Mangani è caposervizio agli Interni del Messaggero. Per oltre 25 anni ha fatto la cronista giudiziaria e l’inviata su casi clamorosi come il delitto di Cogne, l’omicidio di Meredith a Perugia, la morte del ciclista Pantani, il caso Marta Russo, il naufragio della Costa Concordia.
Poi, per i cambiamenti che avvengono nei giornali, si è trovata a scavare in altri terreni.
Sabato 11 gennaio il Messaggero apre una pagina degli Esteri con il titolo “Prove sull’aereo abbattuto, l’Iran valuta l’errore umano”. Nelle ore precedenti i Guardiani della rivoluzione sostenevano ancora che dietro l’incidente aereo e la morte di 176 persone c’era un complotto dell’intelligence degli Stati Uniti. Nella sera di venerdì l’agenzia iraniana Fars annuncia che al mattino dopo, sabato 11 gennaio, in una conferenza stampa, fonti ufficiali iraniane avrebbero rivelato la causa dello schianto dell’aereo. Il Messaggero esce prima della conferenza stampa e parla già del razzo partito per errore in direzione del Boeing. Firma: Cristiana Mangani e Marco Carta. I maggiori media occidentali danno la notizia clamorosa il giorno dopo (sulle edizioni cartecee) e nella giornata di sabato sul web.
Siti e fonti riservate
Come ha fatto Il Messaggero, il giornale diretto da Virman Cusenza, ad arrivare primo su una storia radicata in un Paese lontano e poco accessibile come l’Iran?
Il segreto è un’intuizione da cronista. Cristiana Mangani si è ricordata che Marco Carta, collaboratore della Cronaca giudiziaria, ha per motivi personali una serie di relazioni in Iran e conosce il persiano. Va a parlarci. Gli chiede se non si possa sapere qualcosa in più sull’aereo caduto. Mangani si attiva e venerdì 10 trova che un sito ritenuto attendibile -Iran International- e la BBC, sede di Teheran, stanno rompendo il muro dell’omertà. Cominciano a parlare di responsabilità iraniane. Mangani consulta qualcuna delle sue fonti istituzionali e riservate. Ottiene conferme. Cusenza si fida della sua esperienza e della sua affidabilità e pubblica. Nel pezzo vengono citate sia Iran International sia Bbc iraniana.
Puntualmente la notizia viene ribadita -ore dopo- da tutta la stampa nazionale e da quella internazionale.
Tripoli e Mosca
Pochi giorni prima, sempre Cristiana Mangani aveva raccontato in dettaglio la storia del mancato incontro fra il primo ministro del governo di Accordo Nazionale libico, al-Sarraj, e il presidente del consiglio italiano Conte. Erano state le milizie che sostengono il governo di Tripoli a imporre a Sarraj di deviare l’aereo da Roma a Tripoli quando si era diffusa la notizia del colloquio fra Conte e il generale Haftar, il nemico di Sarraj. Non solo ma, atterrato a Tripoli, Sarraj sarebbe anche maltrattato in aeroporto da rappresentanti delle milizie stesse.
Non è tutto. Mangani ha anticipato la data (13 gennaio) dell’incontro di Sarraj e Haftar a Mosca con il presidente Putin e la data (19 gennaio) della conferenza di Berlino sulla Libia e anche la notizia di una ripresa della missione europea Sophia contro i traffici di migranti nel Mediterraneo.
Cristiana Mangani dice che ci vuole molta fortuna per dare le notizie prima degli altri. Aggiunge però che il segreto è aver fatto per tanti anni la cronista: “Le regole dei cronisti, andare a vedere di persona, cercare fonti valide, cercare conferme, capire, studiare, accanirsi fino all’ultimo minuto utile, sono buone per ogni campo, dal più semplice al più complesso. Funzionano sempre”.
(nella foto, Cristiana Mangani)