Dopo 14 anni Paolo Gambescia ha vinto una causa di diffamazione. Era stato chiamato a rispondere del reato penale per via di un titolo uscito sul Messaggero, di cui all’epoca era direttore. La Cassazione ha stabilito che non era lui a doverne rispondere ed ha fissato un importante principio: “Il direttore responsabile di un giornale non risponde del reato di cui all’art. 595, comma 3, del codice penale, in relazione al titolo dal tenore diffamatorio che accompagni l’articolo pubblicato, in assenza di prova di aver realmente contribuito a formare (o addirittura egli solo formato) detto titolo ovvero di averlo condiviso”.
Secondo la quinta sezione della Suprema Corte, peraltro, nel caso che sia stata stabilita la diffamazione, il direttore può essere chiamato a rispondere di omesso controllo, in base all’articolo 57 del codice penale

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