Una piccola testata fa quello che nessuna grande (o quasi) si permette più di fare. 

Parliamo di una prassi ormai consolidata: le interviste ai leader politici 8e talvolta anche ai non leader politici) effettuate con questa procedura: invio delle domande scritte da parte del giornalista, approvazione o meno delle domande stesse, invio delle risposte scritte da parte del politico, telefonata di rifinitura con il giornalista, rilettura finale (e correzione da parte del politico). A tutto questo si può aggiungere che sono spesso gli stessi politici a sollecitare le interviste e non i media a chiederle quando ne riscontrino l’esigenza. E ancora: i politici cercano anche di farsi intervistare da un preciso giornalista as loro gradito (ognuno ha i suoi). Una sorta di abdicazione dal ruolo della libera stampa, una messa a disposizione dello spazio a beneficio dei politici. 

bocciatura preventiva

Ma la testata Cronache di Caserta si è permessa uno scarto di lato, una ribellione. O “una lezione di giornalismo”, come l’ha chiamata Iustitia, il giornale online diretto da Nello Cozzolino che racconta le vicende dell’editoria campana. Il fatto viene raccontato il 14 settembre sulle pagine del giornale dalla direttrice Maria Bertone, casertana, quaranta anni, da nove professionista: “Un esponente dell’ufficio stampa del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, leader della nuova formazione Impegno Civico, telefona alla giornalista di Cronache Loredana Lerose per sondare la possibilità di una intervista e ottiene il via libera. Vengono inviate le domande all’ufficio stampa che le boccia perché il ministro non desidera argomenti scomodi”. 

“Il re e’ nudo”

La richiesta di intervista -dice la direttrice- viene cestinata e a Cronache fanno di più: decidono di mettere a parte i lettori sulla vicenda.
Il 14 settembre l’apertura della prima è intitolata “Di Maio: le domande me le faccio io”, con il catenaccio “Il ministro prima ci chiede un’intervista e poi pretende di scegliere gli argomenti”. Un titolo altrettanto netto (“Di Maio, il ministro pubblicista che pretende interviste-marchetta”) è pubblicato all’interno, con il lungo servizio che Maria Bertone dedica alla vicenda. Viene aggiunto un particolare importante: il ministro dal 2007 è iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti della Campania.
Un po’ come il bimbo della favola di Andersen che disse unico nella folla “Il re è nudo!”. 

Ma Cronache di Caserta è un piccolo giornale, difficile che possa invertire una tendenza così diffusa e così dannosa per l’informazione libera.

Cronache di Caserta nella sua storia recente ha avuto una serie di scontri con lo scrittore Roberto Saviano, che ha accusato il giornale di collusioni con la camorra.

Nessun giornalista della testata risulta mai essere stato indagato o processato per ipotesi di reato relative alla partecipazione o al sostegno alla criminalità organizzata.

(nella foto, Maria Bertone)

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