Il Consiglio di Amministrazione dell’Inpgi ha approvato la concessione di “prestiti funzionali di scopo per l’acquisto di hardware e software o per accrescere le competenze tramite la formazione”. Il prestito ha un massimo di 2400 euro. Potranno accedere giornaliste e giornalisti che storicamente hanno sempre avuto difficoltà di accesso al credito, ossia i non dipendenti.

“Si tratta  – spiega in una nota il Cda presieduto da Roberto Ginex, vice Mattia Motta e composto da Beppe Gandolfo, Stefano Gallizzi e Massimo Marciano – di una richiesta dagli iscritti a cui diamo seguito con l’idea di aiutare i colleghi a crescere, in termini di competitività sul mercato del lavoro dei giornalisti non dipendenti che, come noto, soffre di compensi troppo bassi”.

Il prestito funzionale avrà un importo compreso tra 200 e 2.400 euro, è infruttifero, destinato al rimborso delle spese sostenute per l’acquisto di beni e/o servizi per svolgere al meglio la professione giornalistica. Dichiara il presidente Inpgi: “Il Cda è impegnato a fornire il massimo supporto a tutti i colleghi che hanno minori tutele e capacità di accesso a credito. Il prestito funzionale punta a migliorare le condizioni dei freelance, incentivando l’aggiornamento professionale, la competitività e la professionalità della categoria”. Il provvedimento avrà piena operatività tra circa un mese: “Tempo necessario per mettere a punto il sistema informatico attraverso il quale si potrà fare richiesta”.

Il prestito potrà essere richiesto a partire dal secondo anno di iscrizione all’istituto, a condizione che siano rispettati i seguenti requisiti: essere contribuenti in via esclusiva al momento della domanda; essere in regola con le comunicazioni reddituali e con il versamento dei contributi previdenziali e non avere posizioni debitorie aperte nei confronti dell’Istituto; disporre di un reddito annuo compreso tra un minimo pari almeno al doppio dell’importo richiesto e un massimo di 25.000 euro. Come requisito per verificare il livello massimo di reddito potrà essere utilizzato anche l’indicatore di situazione economica equivalente – ISEE.

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