di ALBERTO FERRIGOLO

Non c’è pace al Gruppo Sae e al Tirreno, il quotidiano di Livorno ceduto nel 2020 da Gedi di John Elkann ad Alberto Leonardis, imprenditore che controlla anche La Nuova Sardegna, La Gazzetta di Modena, La Gazzetta di Reggio e La Nuova Ferrara.

Tamburini, Tancredi, Marcacci e Meoni, non è una formazione calcistica, sono i cognomi dei quattro direttori che si sono succeduti alla guida della testata livornese in appena quattro anni di gestione Sae. Salta Cristiano Marcacci, in carica da appena un anno, ed entra al suo posto Cristiano Meoni. 

nessun incontro

Dal primo febbraio Meoni siederà nella plancia di comando del Tirreno. Perché questa improvvisa sostituzione? A domanda in redazione rispondono: “Dovete chiedere all’azienda, su questo argomento non abbiamo ancora incontrato nessuno e nessuno ha ritenuto di doverci informare. I motivi della scelta non ci sono stati spiegati”. La Sae in un comunicato fatto pubblicare sul giornale, spiega che nella tarda serata di lunedì 20 gennaio “la direzione generale del Gruppo Sae ha appreso dal direttore del Tirreno Cristiano Marcacci la volontà di non procedere con il rinnovo del contratto, in scadenza il 31 gennaio p.v.”, così nella stessa mattinata l’azienda stessa “ha contattato il direttore dei Grandi Eventi del Gruppo Sae Cristiano Meoni, al quale è stato proposto di assumere la direzione del Tirreno dal 1° febbraio. Meoni, che ha accettato la proposta, ha indicato Cristiano Marcacci come vicedirettore”. Tutto qua, nulla di più. Tace Marcacci, tace Meoni.  

trasferimento a sassari

Pratese, 56 anni, livornese d’adozione, il nuovo direttore Cristiano Meocci prenderà servizio l’1° febbraio e avrà un compito assai gravoso dinanzi a sé: riorganizzare la struttura, fermare l’emorragia delle copie, pacificare il clima interno diventato irrespirabile, da quando Marcacci ha deciso di mandare in edicola ugualmente il giornale dopo che l’8 novembre scorso i poligrafici, appoggiati dai giornalisti, avevano indetto uno sciopero. La protesta si opponeva alla decisione della Sae di trasferirli tutti e 35 da Livorno a Sassari dove ora ha sede, anche legale, il gruppo editoriale di Leonardis. Marcacci, un caporedattore più altri due redattori hanno pubblicato ugualmente il giornale, che è stato definito un “fogliaccio” anche dai lettori.

Meocci, già braccio destro di Luciano Tancredi, terz’ultimo direttore del Tirreno, direttore alcuni mesi or sono delle Gazzette emiliane (Modena, Reggio, Ferrara) anche se presto spostato nelle attività del Gruppo Sae come direttore dell’”area eventi”, al quotidiano livornese arriva una ventina d’anni fa dalla redazione di Prato. 

copie ristrette

E c’è chi giura di averlo sentito dire in quell’occasione di esser arrivato lì “per diventare direttore”. Forse una simpatica battuta per farsi accettare in un ambiente nuovo. Però alla fine c’è riuscito ed è stato così ripescato dall’area eventi. Chi lo conosce, l’ha frequentato e visto in azione, dice che sa il fatto suo, è  preparato, conosce la testata anche molto in profondità.

Nel frattempo in questi ultimi anni nella grande palazzina a tre piani di via Vittorio Alfieri 9, la redazione ha dovuto stringersi per occupare un solo appartamento al primo piano, visto che il palazzo è stato venduto a un privato già da qualche tempo. E anche le copie vendute si sono ristrette: circa 10 mila al giorno, non una di più.

(nella foto, Cristiano Meoni)

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