di LAURA GHIANDONI

Venerdì 3 maggio si celebra la Giornata Mondiale dell’Informazione Costruttiva, un’occasione per parlare di un nuovo tipo di giornalismo che ha preso piede all’estero da una decina di anni, e che punta ad arginare una parte di quella crisi sorta in tutto il mondo con i social media, dilagata in Italia con la crisi economica, e che oggi prospera in maniera esponenziale con il diffondersi dei testi scritti con l’intelligenza artificiale. 

Si chiama “Giornalismo costruttivo” o “Giornalismo delle soluzioni” e nasce nel 2010, all’interno delle colonne redatte da David Bornstein e Tina Rosenberg, opinionisti di spicco del New York Times. Per primi, nel 2013, svilupparono il Solution Journalism Network, una rete impegnata nella diffusione di un giornalismo alla ricerca delle soluzioni.

L’iniziativa in Italia è stata divulgata come ogni anno dalla Rete della Positività di Mezzopieno, gruppo di attivisti, che per il 3 maggio ha organizzato alle ore 14 una maratona in diretta online di testimonianze e interventi di giornalisti e comunicatori, al quale seguirà il Convegno Nazionale “Disarmare l’informazione: riscoprire la missione costruttiva del giornalismo”, che si svolgerà in presenza a Pesaro, Città Capitale della Cultura 2024. 

cittadini stanchi

Per conoscere quale oggi sia la situazione del giornalismo, in termini di credibilità, è possibile fare riferimento all’ultimo numero della rivista Cogitatio, pubblicato a gennaio, intitolato “Democrazia e trasformazione dei media nel ventunesimo secolo”. Per l’Italia alcuni ricercatori dell’università di Bologna, Milano e Vienna, hanno redatto un documento risultato da un sondaggio, che ci permette di scrutare in modo impietoso nel sentimento che i cittadini, ormai stanchi della tragedia e dei sentimenti negativi diffusi dal giornalismo tradizionale, riservano per il giornalismo di oggi. 

Secondo i dati della ricerca, meno dell’uno per cento degli intervistati mantiene una totale fiducia nel giornalismo, mentre chi non si fida più del giornalismo, sarebbe un numero molto maggiore calcolato nel venti per cento circa della popolazione che ha risposto al sondaggio. Quasi la metà degli intervistati, circa il quarantasei per cento, ha risposto dicendo di avere poca fiducia nell’informazione attuale. 

rilevanza cruciale

Partendo da questi dati, parlare di un nuovo tipo di giornalismo può rappresentare un’opportunità per ripristinare la credibilità perduta negli ultimi anni, anche a causa della pandemia di notizie legata all’epidemia di Covid-19, alla manipolazione delle notizie conosciuta con la guerra in Ucraina e la guerra tra Palestina e Israele, tutt’ora in corso. Per restituire al giornalismo italiano un ruolo sociale di rilevanza cruciale nel rispondere agli attacchi sempre più frequenti alla democrazia. 

Il giornalismo costruttivo punta a trovare le soluzioni di un problema condiviso. In che modo? Conduce per mano il lettore a focalizzarsi sui casi positivi, come punto di partenza per andare verso un quadro completo della situazione. Rimanendo sul piano di realtà, senza polarizzare il confronto, il giornalismo costruttivo permette di narrare ciò che di solito non viene detto, con l’obiettivo di rendere più fluido il dialogo interno alla comunità.

casi a confronto

In breve si racconta una storia positiva spiegando, in modo critico e chiaro, come le persone, le istituzioni, gli attivisti, cerchino di risolvere problemi comuni, indagando le soluzioni che hanno rappresentato certe scelte in determinati luoghi e offrendo un confronto di successo, sia con altre aree geografiche, che in altri contesti. 

Nel giornalismo costruttivo esistono quattro pilastri fondamentali per narrare una storia, con la volontà di appassionare e condurre il cittadino in una riflessione creativa e risolutiva, perché lo strumento gli sia effettivamente utile. 

Il primo pilastro del giornalismo costruttivo si concentra sulla risposta a un problema sociale, e scandaglia come abbia funzionato in tale contesto. Parlare di casi di successo permette di delineare la strada che ha portato a quella situazione, indicando così un possibile percorso positivo da seguire per ottenere una possibile soluzione. 

ricerca delle prove

Il secondo pilastro riguarda il risultato ottenuto da azioni o comportamenti. In pratica si analizzano i risultati positivi, e si avvia un confronto che prenda in attenta considerazione il cambiamento avvenuto e ciò che lo ha determinato. Si risponde quindi alla domanda: cosa è cambiato prima o dopo? 

Il terzo pilastro, sono le prove che offrono rivelazioni concrete. Si indagano i risultati tangibili. Le prove accurate possono aiutare a ricostruire la fiducia del pubblico nelle notizie, ridurre i pregiudizi e incoraggiare l’azione costruttiva. 

servizio e tutela

Il quarto pilastro sono gli “insight”. Scoprire cosa non funziona correttamente è importante quanto promuovere i successi, poiché i giornalisti possono informare il pubblico e identificare le fasi in cui sono necessari ulteriori ricerche e progressi. 

Quando il giornalismo costruttivo è ben fatto può davvero essere utile alle comunità. Allo stesso tempo potrebbe ricostruire la fiducia in questa società, cambiando i toni della comunicazione, rendendoli meno divisivi e più costruttivi. Riportando il giornalismo al servizio dei cittadini, come strumento essenziale per la tutela della nostra democrazia. 

(nella foto, la rivista di Mezzopieno)

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