La richiesta di organizzare una missione del relatore speciale delle Nazioni Unite, d’intesa con le organizzazioni internazionali dei giornalisti, per consentire l’ingresso della stampa internazionale a Gaza. Per raccontare ciò che sta accadendo in quel martoriato territorio. Un appello all’Onu affinché si approvino norme per aumentare sicurezza e protezione dei giornalisti impegnati nelle aree di guerra. Garantendo agli operatori dell’informazione le stesse tutele che hanno operatori umanitari e operatori sanitari.
Queste le proposte avanzate dal presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, nel corso del sit-in, organizzato a Roma venerdì 1° marzo 2024. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni dei giornalisti nella Striscia, ricordare gli oltre cento operatori dei media che hanno perso la vita nel conflitto in corso tra Israele e Gaza e chiedere di cessare il fuoco.

flash mob

In piazza, insieme con reporter, fixer, videomaker, attivisti per i diritti umani, anche i rappresentanti degli organismi della categoria, la segretaria generale della Fnsi Alessandra Costante, il segretario dell’Associazione Stampa Romana Stefano Ferrante, il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo, i rappresentanti dell’Usigrai e della rete NoBavaglio.
Ad aprire l’incontro, un flash mob: i presenti hanno indossato le pettorine con la scritta “press”, sulle quali è stato lanciata della vernice rossa: “Basta sangue sui nostri giubbotti”.

ingresso vietato

Il sito d’inchiesta francese Mediapart ha pubblicato un dossier con le foto e le biografie di 81 giornalisti e operatori dell’informazione palestinesi uccisi dall’esercito israeliano a partire dall’avvio delle operazioni militari, dopo l’attacco di Hamas ad Israele del 7 ottobre. Mediapart ricorda che “i soli giornalisti che dopo il 7 ottobre possono documentare ciò che avviene a Gaza sono palestinesi”, visto che Israele non ammette l’ingresso di cronisti nella Striscia se non al proprio seguito, cioè sotto il proprio controllo. I reporter palestinesi, aggiunge Mediapart, “lavorano sotto le bombe, temendo per le proprie vite e per quelle dei loro familiari”. 

I giornalisti morti nella Striscia di Gaza dopo il 7 ottobre 2023 secondo il Sindacato dei giornalisti palestinesi (Pjs) a metà febbraio 2024 sono stati 119. Il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj) ne ha contati 85, di cui 78 palestinesi. Per la Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) sono 99, di cui 92 palestinesi.

Per il sito di informazione Africa ExPress, diretto da Massimo Alberizzi, Elena Cara Savino ha stilato una lista di giornalisti morti che va dal 7 ottobre 2023 al 29 gennaio 2024. “Se molte cose in questo conflitto non sono chiare, lo si deve anche al fatto che sul campo non si sono giornalisti indipendenti che possano raccontare cosa sta veramente accadendo nella Striscia”.

(nella foto, Issam Abdallah, operatore dell’agenzia Reuters con sede a Beirut. Ucciso il 13 ottobre al confine con il Libano da un bombardamento proveniente da Israele. Abdallah copriva i bombardamenti nei pressi di Alma Al-Shaab tra forze israeliane ed Hezbollah).

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