Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida accusa sui social i giornalisti di essere “cresciuti a champagne nei loro salotti e nelle loro redazioni”, laddove “l’odore di letame non arriva”. 

Il ministro Lollobrigida allega una foto del luglio scorso, in occasione del “Capodanno del Mugnaio” a Frignano, in provincia di Caserta con il presidente della Camera Lorenzo Fontana e contadini in festa. Occasione dell’attaco sono la protesta dei trattori e le ironie sulla sua intervista al Tg1 sulla pasta nella Stazione spaziale.

i nostri prodotti

”Le sinistre e alcuni giornalisti cresciuti a champagne -dice il post- ci deridono perché non perdiamo occasione per promuovere i nostri prodotti e ringraziare i nostri agricoltori, pescatori, artigiani e imprenditori. Del resto, nei loro salotti e nelle loro redazioni l’odore di letame non arriva”, ma “ripareremo noi i danni che hanno creato, con umiltà e pazienza, e ogni sorriso che incontreremo nelle piazze, nelle fabbriche e nei campi, ci ripagherà per aver sopportato tutte le parole e i fiumi d’inchiostro intrisi di livore di questi poveri, miopi ‘benpensanti’. Pensano che la carne che mangiano, quando non la disprezzano per seguire le mode più avanzate nasca nel frigorifero del supermercato. Probabilmente si sentono migliori se l’ambiente lo proteggono loro su fogli di carta, rispetto invece a chi lo fa per davvero, da millenni e con tanto sudore. Sono gli stessi che per decenni sono rimasti proni, piegati a logiche che imponevano ai contadini di non coltivare, ai pescatori di non pescare”.

ferie rivendicate

E ancora: “Rivendicano ferie e si arrabbiano se di domenica debbono lavorare, ignari che per alcuni i giorni sono tutti uguali poiché piante e animali hanno sempre bisogno di loro. Hanno capovolto il mondo con i loro sproloqui intrisi di greenwashing (come trasformare letame in cioccolata)”. Sono loro, “con i loro governi in attesa di ricevere ordini da Bruxelles, che ci hanno portato a questo, con migliaia di aziende chiuse e molte che ancora rischiano la stessa drammatica fine”. Sono loro, “plaudenti ad ogni fallimento italiano e timidi di fronte ai nostri successi”, scrive Lollobrigida.

“Hanno sputato sulla produzione che crea ricchezza e lavoro pensando di sostituirla con le logiche del sussidio, fino ad arrivare al reddito di cittadinanza. Chi vive del proprio lavoro e della propria impresa è libero. E di questa parola di cui si riempiono la bocca, libertà, non riconoscono il valore e il significato. Parlano e scrivono continuando a pensare che quel che dicono faccia divertire. Prendono in giro chiunque ami la Patria, in ogni sua declinazione”, conclude.

(nella foto, il ministro Lollobrigida, al centro, al “Capodanno del mugnaio”. A sinistra, il presidente della Camera, Fontana)

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