L’editore Andrea Riffeser Monti, che è anche il presidente di tutti gli editori in Fieg, vuole inaugurare una nuova misura per tagliare i costi: la Cassa integrazione a cento articoli 2 e 12 del suo Gruppo. Fnsi e Associazioni regionali di stampa di Ancona, Bologna, Genova, Firenze, Milano, Perugia e Roma contestano la legittimità della misura e non hanno firmato il piano di riorganizzazione dell’Editoriale Nazionale, che edita le testate Il Resto del Carlino, Qn, Il Giorno, La Nazione e Quotidiano.net. 

base oraria

Secondo i sindacati, Riffeser viola il contratto che la Fieg di cui è Presidente, ha firmato (ormai dieci anni fa): “Un no compatto e unanime al piano, costruito dall’editore con il chiaro intento di fare, ancora una volta, cassa”, scrivono. “Il piano -prosegue la nota dei sindacati- secondo l’editore sarebbe una proroga del precedente e introduce una palese violazione del Contratto nazionale di lavoro giornalistico, firmato dalla stessa Fieg di cui è presidente Andrea Riffeser Monti, editore appunto dell’Editoriale Nazionale. E’ previsto, infatti, che agli articoli 2 e 12 del Gruppo, circa un centinaio, sia applicata una Cassa integrazione a rotazione giornaliera/settimanale, di fatto attribuendo a queste figure un orario di impegno basato su una base oraria che il loro inquadramento non prevede. Tutto questo comporterebbe un inammissibile precedente, che porterebbe a cambiare di fatto l’inquadramento di corrispondenti e collaboratori fissi: a questo punto, andrebbero considerati come articoli 1 e assunti con questa tipologia contrattuale. Se Editoriale Nazionale li considera così ai fini della Cassa integrazione, allora li valorizzi trasformandoli subito in articoli 1. Inoltre, il nuovo piano prevede una massiccia Cassa integrazione per gli articoli 1 che non è nemmeno ridotta in proporzione alle uscite già avvenute col precedente”. 

presenza di crisi

Fnsi e Associazioni regionali chiedono che l’editore riveda il piano. Altrimenti – si legge ancora nella nota – “dovremmo registrare, ancora una volta, la chiara volontà di usare gli ammortizzatori sociali come misura per un taglio strutturale del costo del lavoro, in spregio alla normativa esistente che la dimensiona come uno strumento eccezionale per la riorganizzazione in presenza di crisi. Questo, soprattutto, in un Gruppo che oggi chiede altri 18 prepensionamenti dopo i 27 già avuti nel corso del 2023 e dopo le decine degli anni precedenti. Ci aspettiamo dagli editori un comportamento più maturo e responsabile e una visione industriale prospettica volta a una buona qualità dell’informazione nel rispetto dei diritti di lettori e giornalisti”.

(nella foto, Andrea Riffeser Monti)

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