di ALBERTO FERRIGOLO

I giornali veneti ex Gedi (John Elkann ancora possiede la Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX) voltano pagina. Dal 3 dicembre hanno in gerenza una nuova proprietà, la Nem (Nord Est Muiltimedia), che fa capo a Enrico Marchi, presidente del gruppo Banca Finint, e della Save, società che gestisce lo scalo aereo veneziano, uno dei protagonisti dell’economia del Nord Est. E un nuovo direttore, Luca Ubaldeschi, 60 anni, che proviene dal vertice del Secolo XIX di Genova, già vicedirettore vicario de La Stampa di Torino. Un piemontese-ligure per il Nord Est.

Il quotidiano ha esordito in edicola venerdì 3 novembre con una sovracopertina disegnata e il titolo “Diamo voce al Nord Est”, con un’intervista al filosofo veneziano ed ex sindaco della città lagunare Massimo Cacciari, che di quel modello economico e imprenditoriale, “la locomotiva d’Italia”, e di una sua particolare visione politica è sempre stato un esegeta assieme all’ex direttore de Il Gazzettino Giorgio Lago e all’imprenditore Mario Carraro, fondatore dell’omonimo gruppo, leader mondiale nella produzione di trattori e sistemi di trasmissione per macchine agricole, 3200 dipendenti, 9 stabilimenti in tre continenti, decano degli industriali veneti. 

sana e solida

A sinistra della sovracopertina, il fondo di Ubaldeschi e la nota dell’editore. Obiettivo dichiarato: “Produrre giornalismo di qualità su tutte le piattaforme”, ovvero carta, digitale, radio, tv, eventi. Una promessa e una sfida insieme dopo alcuni anni di un “tirare a campare” e di progressivo disimpegno editoriale in seguito al passaggio delle tredici testate dal Gruppo L’Espresso dei fratelli Rodolfo e Marco De Benedetti alla Gedi di Elkann. 

La vendita di Gedi alla Nem del network delle sette testate venete e friulane (Il Corriere delle Alpi, Il Piccolo, Messaggero Veneto, La Nuova Venezia, Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso e il sito NordEst Economia) è stata ufficialmente siglata lo scorso 23 ottobre, mentre Ubaldeschi è stato incaricato il 26. 

Dal punto di vista industriale, la nuova proprietà Nem è ora composta da Banca Finint (Enrico Marchi), Fin Steel (Banzato), Finaid (Carraro), Athena (Nalini), Gruppo Videomedia (Confindustria Vicenza), Sit Tech (De Stefani), Finam (Mandato), Findan (Benedetti), Samer Group Holding, Ocean (Cattaruzza), Ali’ (Canella), Prime Holding (Zanatta) a cui dal 20 ottobre si sono aggiunti Ance e Confindustria Udine, Bluenergy, Fidia farmaceutici, Fondazione CariVerona, Fondazione Cr Trieste. “Imprenditoria sana e solida”, commentano in redazione.

deleghe tematiche

Sul versante giornalistico, Ubaldeschi avrà per vice, con deleghe tematiche, Fabrizio Brancoli per cultura e eventi, arrivato due anni fa dal Tirreno di Livorno, Paolo Cagnan per digitale e integrazione multimediale, Luca Piana per l’economia, Giancarlo Padovan per lo sport. Paolo Possamai, già direttore della Nuova Venezia, poi al Piccolo di Trieste, è il direttore editoriale. Le aree geografiche riferiranno a Alberto Bollis (vice esecutivo a Padova) e a Paolo Mosanghini (per il Messaggero Veneto).

Per il momento la direzione ha scelto di stabilirsi nella sede di Padova, quella del Mattino, giornale capofila del gruppo, nato per primo nel 1978 con Carlo Caracciolo, storico editore de L’Espresso, prima, e de la Repubblica poi, fino all’ingresso di Carlo De Benedetti. 

bilanci in rosso

Poco si sa circa l’andamento delle vendite delle sei testate, che non dovrebbero certo brillare. Il Comitato di redazione ha più volte richiesto i dati a Gedi, ma senza successo. Dopodiché la vecchia proprietà ha fatto sapere che li avrebbe resi noti la nuova. E di quest’ultima non si conoscono nemmeno le intenzioni rispetto agli organici: ristrutturerà o potenzierà investendo sui 140 giornalisti sparsi per sei provincie? Per ora l’unico giornale con bilanci non in rosso dovrebbe essere Il Messaggero Veneto di Udine.

Sta di fatto che le redazioni che stanno per iniziare la nuova avventura arrivano a quest’appuntamento decisamente stanche, perché negli ultimi due-tre anni Gedi non ha fatto investimenti, né sul lavoro in sé, né sulla sua qualità. Al contrario, ha praticato una politica di tagli continui. Poi sono arrivati gli ultimi otto mesi di incertezza, caratterizzati dall’attesa della vendita, definiti all’interno come “molto pesanti”. Fino alla “liberazione”, con la costituzione della nuova società, la Nem, e la nomina del nuovo direttore, Ubaldeschi. Una nuova realtà e un segnale di cambiamento, “che in ogni caso fa sempre bene”, si sottolinea.

cronaca locale

Una nota positiva è che la Nem sembrerebbe intenzionata a riaprire una nuova sede redazionale nel centro storico di Venezia all’ombra del Campanile, dopo che alcuni anni fa Gedi chiuse, privando la città di una sua radicata cronaca locale. Un segnale positivo, dal punto di vista dell’investimento dell’impresa giornalistica. Chiosa il direttore nell’illustrare un progetto che è fondato su due pilastri: La consapevolezza dell’identità di ogni giornale e del ruolo che occupa all’interno di una comunità, ma anche la determinazione a unire le forze per dar vita a una realtà che sia più forte della somma dei singoli componenti”.

Anche l’obiettivo è chiaro: “Esprimere una voce seria e autorevole”, ovvero “la voce di quel Nord Est che ha tanto da dire sui temi che decidono il nostro futuro e che ha solide ragioni per essere più protagonista. Non è solo questione di slogan, per quanto l’espressione ‘Nord Est locomotiva d’Italia’ trovi un solido aggancio nei numeri, a partire dal contributo di Veneto e Friuli Venezia Giulia al Pil italiano”, scrive Ubaldeschi.

L’editore afferma che l’impresa editoriale “partecipa dunque a un disegno che pone all’attenzione dell’Italia una parte di Paese – il Triveneto appunto – che pesa il 15% del Pil nazionale e, non di meno, esprime una formidabile vitalità sul versante della cultura, della solidarietà sociale, della spinta all’innovazione nell’impresa”.

ambizioni politiche

Si era parlato in passato di ambizioni politiche del presidente di Nem e di Save, la società che gestisce l’aeroporto Marco Polo di Venezia-Tessera, Enrico Marchi, intenzionato a muovere contro il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, reo d’aver imposto una tassa d’imbarco al Marco Polo, dopo la decisione di Ryanair di ridurre la propria attività allo scalo lagunare proprio in seguito all’annuncio da parte dell’amministrazione comunale di prevedere un aumento sulla tassa pari a 2,50 euro a passeggero. “Non capisco come il sindaco di una città importante come Venezia possa dire così tante sciocchezze in così poche righe.

Ci sono due possibilità: o è disinformato oppure è in malafede”, avrebbe detto Marchi secondo la rivista online Ytali. Per gli opinionisti più accreditati le parole di Marchi si sarebbero dovute inquadrare in “uno scenario politico in movimento, in cui sembra disegnarsi un inedito paesaggio regionale e cittadino, molto diverso da quello attuale”. Il prossimo anno scadono sia il mandato di Luca Zaia in Regione sia quello di Luigi Brugnaro in Comune.

Ma Marchi e Ubaldeschi hanno smentito con la redazione “finalità politiche” dell’operazione editoriale. Chi vivrà vedrà. Intanto Cacciari si chiede nell’intervista se ha ancora senso parlare di Nord Est: “Erano altri tempi, altre logiche. Con il termine Nord Est si intendeva una cosa diversa, oggi il significato è cambiato”, allora “c’era l’idea che lo Stato si potesse riformare in senso autenticamente federalista (…), una linea culturale prima ancora che politica, per una riforma complessiva delle istituzioni”. Acqua passata, ora c’è il premierato.

Nel frattempo, la redazione s’attende segnali di rilancio e di nuovi investimenti sulle sette testate.

(nella foto, Luca Ubaldeschi)

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