Domenica 29 ottobre La Gazzetta del Mezzogiorno non è uscita. Motivo: lo sciopero deciso dall’assemblea di redazione contro il licenziamento di 47 giornalisti annunciato dall’editore. Il provvedimento è la conseguenza dell’avvio da parte dell’Edime della procedura ex legge 223/91, con la dichiarazione di esuberi di giornalisti delle redazioni decentrate e di poligrafici. Il numero complessivo dei licenziamenti è di 75 unità, più di metà dei dipendenti del quotidiano pugliese, che sono in tutto 110. Una ristrutturazione causata dalle forti perdite registrate in meno di due anni di gestione della nuova proprietà. 

Cdr ed Assostampa di Puglia e Assostampa di Basilicata, le due regioni nelle quali pubblica la Gazzetta, respingono i licenziamenti collettivi, concentrati nelle redazioni provinciali, riaperte nel febbraio 2022 dopo mesi di chiusura. “Questo orientamento – scrivono Cdr e sindacato – in controtendenza dopo il coraggioso e provvidenziale salvataggio della testata operato dagli editori, intervenuti dopo il fallimento della Edisud, mette a rischio il tradizionale radicamento della Gazzetta, consolidato in oltre 136 anni in due regioni e otto province di Puglia e Basilicata”.

reparto quasi azzerato

I poligrafici, dal canto loro, tramite le organizzazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil ed Ugl ricordano che la proposta concordataria alla base della ripresa delle attività della Gazzetta prevedeva il mantenimento dei livelli occupazionali per un biennio, termine che scadrebbe a fine dicembre, mentre la procedura di licenziamento collettivo andrebbe ad azzerare quasi del tutto l’asset poligrafico. 

E’ stato proclamato lo stato di agitazione in vista di ulteriori iniziative di protesta.  

In una nota, pubblicata sul sito web del giornale sabato 28 ottobre, il Comitato di redazione e le Associazioni di Stampa di Puglia e di Basilicata sostengono che “si tratta di una decisione unilaterale degli editori Miccolis e Albanese. Decisione comunicata senza alcun confronto preventivo con le rappresentanze sindacali, utile a esplorare soluzioni alternative alla macelleria sociale, e in assenza di un piano industriale che ponga rimedio alla discutibile gestione aziendale sinora perseguita. A fronte, infatti, della copertura dei conti in bilancio, non è stato fatto abbastanza per implementare i ricavi prima di puntare tutto sul taglio lineare del costo del lavoro”.

“connessione sentimentale”

“Questo drastico indirizzo aziendale -dice ancora il Cdr- potrebbe pregiudicare il percorso, intenso e pieno di sacrifici condivisi con la proprietà, che ha portato la Gazzetta a ritornare in edicola dopo l’interruzione delle pubblicazioni dovuta alla procedura fallimentare, ricostruendo e rinsaldando la connessione sentimentale con città, comunità, territori, mondo culturale, economico e sportivo. In un contesto economico segnato dal post covid, dalla crisi energetica, da due guerre (in Ucraina e a Gaza), se l’aumento dei costi di produzione è incontrovertibile, una nuova vertenza che colpisce i livelli occupazionali, riducendoli in maniera pesantissima, di fatto pregiudica pesantemente l’informazione capillare nelle due regioni e rischia di avere pesanti ripercussioni sulla diffusione del giornale e sulla raccolta pubblicitaria”.

L’assemblea dei giornalisti della Gazzetta – d’intesa con Assostampa di Puglia e Basilicata – ha incaricato il Comitato di redazione di avviare i contatti con Edime per la convocazione di un tavolo che affronti la crisi e scongiuri possibili licenziamenti. E si rivolge alla politica locale: “Le nuove gravi difficoltà della Gazzetta, imprescindibile strumento di informazione e controllo del potere in Puglia e Basilicata, non possono essere trascurate dalla politica, che – a partire dalla Manovra in discussione nelle Camere – deve valutare l’adozione di strumenti adatti, come avviene per altri settori industriali della nostra terra, ad affrontare e porre soluzioni per la crisi dell’editoria, anche predisponendo nuovi ammortizzatori sociali per i giornalisti, che siano utilizzabili a prescindere dal precedente quinquennio mobile”.

formazione e archivio

Le organizzazioni sindacali Cgil-Uil-Cisl e Ugl unitamente alle Rsu dei poligrafici ricordano che “la ripresa delle attività della Gazzetta sospese nell’agosto 2021 passa per la proposta concordataria della Ecologica Spa (procedimento n. 40/2020 Fallimento Mediterranea S.p.a.). Tale proposta prevedeva l’acquisizione dell’intero attivo e passivo fallimentare ed il mantenimento dei livelli occupazionali per un biennio. Ancor prima della scadenza dei due anni ci troviamo con una procedura di licenziamento collettivo che distrugge la quasi totalità dell’asset poligrafico, che ha già subito enormi sacrifici per le difficoltà economiche in cui versava e versa la storica testata. Fino a quest’oggi le parti hanno sempre posto in campo strumenti di gestione degli esuberi concordati e con la possibilità di snellire gli organici grazie anche alle norme sui prepensionamenti votate in Parlamento”. Il 28 settembre, nel corso dell’incontro previsto con il Comitato per le Crisi Occupazionali della Regione Puglia, il sindacato aveva lamentato una scarsa aderenza della società alle intese concordate in tema di formazione e riguardo a organizzazione archivio storico, proposte di ricollocazione in aziende del gruppo, mancata attivazione di misure regionali di politiche attive del lavoro, mancata realizzazione dei distacchi presso terzi per la rotativa. 

Il 13 ottobre il sindacato scorso ha chiamato a raccolta tutti i Parlamentari eletti in Puglia per sollecitare un adeguato sostegno alla storica testata (contributi all’editoria). La politica ha avviato un percorso per mettere nella disponibilità dell’editore alcuni strumenti necessari. Vine proclamato lo stato di agitazione, con la possibilità nelle prossime ore di promuovere altre iniziative di lotta compreso lo sciopero di tutti i lavoratori poligrafici.

(nella foto, Mimmo Mazza, Direttore della Gazzetta del Mezzogiorno)

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