L’account del China Daily su X presenta la testata come un organo di informazione indipendente, con una foto panoramica di un parco forestale nazionale cinese, la spunta blu che una volta segnalava l’autenticità del profilo e il tag “Media & News Company” (in italiano “Agenzia stampa”). 

Tuttavia, China Daily non è un tipico organo di informazione che condivide semplicemente “notizie e analisi dalla #Cina”, come si legge nella sua pagina X. Si tratta piuttosto di una testata di proprietà del governo cinese, che diffonde regolarmente disinformazione.
Fino al 20 aprile 2023, gli utenti di X (precedentemente noto come Twitter) venivano informati dalla piattaforma che il China Daily e altri organi di stampa statali privi di indipendenza editoriale erano “affiliati a uno Stato”. Il 21 aprile scorso, il proprietario di X, Elon Musk, ha tolto dalla piattaforma le segnalazioni che indicavano quali account erano legati o affiliati a governi. Questa decisione ha consentito alle fonti di propaganda cinesi, così come alle testate statali russe e iraniane, di diffondere disinformazione senza alcun controllo. 

trasformazioni in atto

Questo è un passaggio delle trasformazioni che l’ex Twitter sta attuando con la proprietà Musk. Lo segnala NewsGuard, l’organizzazione che monitora l’attendibilità dei siti d’informazione internazionali, supportata da Google Chrome, Microsoft Edge, Firefox e Safari.
Sottolinea NewsGuard: “Nei 90 giorni successivi alla rimozione dell’etichetta che indicava che un account era finanziato da uno Stato o affiliato ad esso, l’engagement (cioè il numero di like e condivisioni) generato dai post degli account in lingua inglese dei media statali russi, cinesi e iraniani è aumentato del 70% rispetto ai precedenti 90 giorni.

NewsGuard ha condotto un’analisi basata sui dati della piattaforma di monitoraggio dei media Meltwater.

cambio di nome

RT ha ottenuto il più alto livello di engagement dopo che gli utenti di X non hanno più avuto modo di sapere che la testata russa -che si chiamava Russia Today, ma ha cambiato nome diversi anni fa- è gestita dal governo del presidente Vladimir Putin. L’engagement è quasi raddoppiato, passando da 1,3 milioni di like e repost quando l’etichetta era ancora disponibile a 2,5 milioni dopo la sua rimozione. Dopo il cambiamento di politiche di X, la TASS russa ha visto un aumento di engagement del 63%, l’iraniana PressTV del 97% e il cinese Global Times del 26%.
Le fonti di disinformazione gestite da governi hanno registrato un aumento dell’engagement nonostante abbiano pubblicato all’incirca lo stesso numero di post (così ora X definisce i ‘tweet’) rispetto al precedente periodo di 90 giorni. Nei tre mesi successivi alla decisione di X di rimuovere le etichette, i 12 account (quattro russi, quattro cinesi e quattro iraniani) monitorati da NewsGuard hanno ottenuto complessivamente 4,98 milioni di like e repost su un totale di 63.108 post. Nei 90 giorni precedenti alla modifica, gli account avevano ricevuto 2,93 milioni di interazioni per 62.551 post.

nessuna risposta

Nel settembre 2023, X non ha risposto a due email e a un messaggio su X di NewsGuard, in cui si chiedevano commenti sui risultati di questa analisi e sul motivo per cui la piattaforma ha abbandonato l’etichettatura che segnalava i media gestiti dagli Stati. 

Musk ha sostenuto in un post dell’aprile 2023 che “tutte le notizie sono in qualche misura propaganda” e che le persone dovrebbero “decidere da sole”. La Tesla, azienda automobilistica di Musk- nota NewsGuard- produce e vende gran parte delle sue auto in Cina.
La decisione di rimuovere le segnalazioni è arrivata 16 giorni dopo che Musk aveva inserito NPR tra i “media finanziati da governi”, provocando un boicottaggio della piattaforma da parte dell’organizzazione giornalistica nonprofit con sede a Washington. La NPR è finanziata in parte dal governo federale degli Stati Uniti, ma opera in maniera indipendente da esso. È inoltre finanziata dalle tasse di programmazione pagate dalle stazioni associate, che sono sostenute in parte dal governo federale e dai governi statali e locali.

notifiche agli utenti

Prima che Musk modificasse le politiche della piattaforma, X notificava agli utenti l’eventuale affiliazione statale dell’account sul profilo della testata e su ogni singolo post. Inoltre, i post di qualsiasi account (statale o meno) contenenti link ad articoli di media statali includevano un’etichetta con un punto esclamativo arancione e la scritta “Stay informed”.

Nessuno dei 12 account X statali monitorati da NewsGuard – che insieme hanno complessivamente 30,9 milioni di follower – rivela volontariamente di essere affiliato a un governo. Sebbene questi 12 account statali su X siano tutti noti disinformatori, NewsGuard ha rilevato che i post con il più alto engagement nei tre mesi successivi al cambiamento delle politiche di Musk non contenevano informazioni palesemente false. I post più performanti, però, includevano regolarmente meme e propaganda in apparenza volti a minare l’Occidente e i suoi alleati.

meme su macron

Ad esempio, il 1° luglio 2023, l’iraniana Press TV ha condiviso un meme che prendeva in giro la risposta del presidente francese Emmanuel Macron alle proteste contro le violenze della polizia francese e alle manifestazioni per i diritti delle donne in Iran, accusando il leader di avere “due pesi e due misure”. Il post, che ha ricevuto un totale di oltre 8.000 like e repost a partire dal 20 settembre 2023, è stato il terzo più performante su quell’account nei tre mesi successivi alla rimozione delle etichette.

“Gli Stati Uniti hanno ‘creato’ il gruppo terroristico Daesh, un aspirante candidato alle presidenziali del 2024 lo conferma”, ha scritto l’agenzia iraniana PressTV in un post pubblicato il 21 aprile 2023, giorno in cui le etichette sono state rimosse. Il post – che ha ricevuto un totale di 148 interazioni (like e repost) – rimandava a un articolo sul sito di PressTV che citava l’affermazione del candidato democratico alla presidenza Robert F. Kennedy Jr secondo cui gli Stati Uniti “hanno creato l’ISIS [noto anche come Daesh]”.

stato islamico

Sebbene gli esperti abbiano affermato che alcune azioni degli Stati Uniti potrebbero aver contribuito all’ascesa dell’ISIS (Daesh), non ci sono prove che gli Stati Uniti abbiano “creato” lo Stato Islamico o che attualmente controllino il gruppo in qualche modo. Secondo gli studiosi e altri esperti della regione, l’ISIS è nato da altre organizzazioni riconducibili ad Abu Musa al-Zarqawi, giordano radicalizzato.

Nel settembre 2023, NewsGuard ha contattato via email i 12 media statali considerati in questo report, per chiedere loro se fossero d’accordo con la sua valutazione secondo cui avrebbero ripetutamente diffuso disinformazione e il motivo per cui hanno scelto di non rivelare spontaneamente sui propri profili social di essere affiliati a governi. Nessuna delle 12 organizzazioni ha risposto.

(nella foto, Elon Musk)

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