Tradizioni che svaniscono.

Quando il Fondatore Eugenio Scalfari lasciò la direzione, il 6 di maggio del 1996, gli venne assegnata un’ampia e prestigiosa stanza nella sede di piazza Indipendenza, dove il giornale veniva preparato fin dal primo numero, quello del 16 gennaio 1976.

Ezio Mauro prese il posto di Scalfari e governò altri vent’anni, appena qualche mese meno del Fondatore, dal 7 maggio 1996 al 14 gennaio 2016. Nel 2004 la redazione e tutti gli uffici furono spostati dalla zona della stazione Termini di Roma al quartiere Ostiense, Roma sud, in largo Angelo Fochetti (martire delle Fosse Ardeatine).

presenza assicurata

Anche a Mauro, al momento della cessione del comando, fu assegnata una bella, grande stanza. Un po’ come si fa con i presidenti della Camera e del Senato, che mantengono un ufficio a Montecitorio e a Palazzo Madama. E Mauro, nella scia di Scalfari, assicurava tutti i giorni la sua presenza al giornale, sul modello di un ufficiale prussiano.

Da quindici giorni a Ezio Mauro, 75 anni da compiere a ottobre, è stato comunicato (a cura dell’amministratore delegato di Gedi, Maurizio Scanavino) che la sua stanza non c’è più. D’altronde a Repubblica non ci sono più scrivanie per tutti i redattori, ma solo un centinaio di postazioni, da utilizzare “a rotazione”, senza più effetti personali o foto di famiglia. La sede del quotidiano, che occupava vari piani del palazzo di Largo Fochetti si è ridotta a un piano.

alto livello

Poteva restare il “lusso” dell’ufficio per l’ex Direttore?

Mauro, dalla fine della sua direzione, ha collaborato con intensità alle pagine del giornale. Grandi ricostruzioni storiche (sull’avvento del comunismo in Russia, per esempio) e analisi politiche di alto livello. Sta pubblicando in questo periodo nelle pagine della Cultura di Repubblica le sue “Cronache della fine del fascismo” e interviene spesso con commenti in prima pagina sulla situazione politica, spiegando, in particolare, da dove viene e dove va il governo della Destra in Italia.

Con la nuova sistemazione logistica, non ci sarà più a Repubblica anche un luogo per le assemblee di redazione. L’Azienda ha risposto alla protesta del Cdr con l’argomento che si possono svolgere da remoto.

Professione Reporter

(nella foto, Ezio Mauro)

2 Commenti

  1. Trovo scandaloso togliere la stanza a Ezio Mauro forse dopo Scalfari il più lucido e profondo analista di Repubblica .Sono un assiduo lettore del giornale ma sto riconsiderando l’idea di cambiare quotidiano anche se forse questo non interessa all’attuale editore.

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