(di francesco garibaldi)

L’unico pugile “peso massimo” della storia ancora imbattuto, con il suo record di 49 vittorie (in altrettanti match, con 43 per k.o.). Le fiere origini italiane, proprio come migliaia di altri connazionali emigrati nella prima metà del Novecento. Le epiche sfide sul ring e la conquista “a suon di destri” di un passepartout per l’America, di cui diventa primo cittadino, poi emblema, infine leggenda.

In “Rocky Marciano, sulle tracce del mito (1923-2023)” (Ed. LabDFG), Dario Ricci – voce sportiva di Radio24-Il Sole 24 ore- compie un viaggio (a cento anni dalla nascita) nella storia del mitico pugile italoamericano, all’anagrafe “Rocco Marchegiano”, che, come scrive Valentina Clemente, giornalista di Sky TG24, nella prefazione “è stato ed è, tuttora, passione, forza, coraggio, cambiamento, sport e disciplina, esempio. Per tutti”.

il padre quirino

Il mito di “The Brockton Blockbuster” (uno dei tanti soprannomi del pugile) ha radici diverse, che intrecciano geografia e storia: l'”epicentro” dello tsunami-Rocky è in primis Ripa Teatina (provincia di Chieti, Abruzzo), luogo natale del padre Quirino che, con la madre Pasqualina (da San Bartolomeo in Galdo, nel Beneventano), costruì la propria fortuna in America, terra di immigrazione di diverse generazioni di italiani, appena uscita vincitrice dalla Seconda guerra mondiale.

Proprio durante il conflitto, in cui Rocco venne assegnato al 150° Battaglione Pontieri distaccato a Swansea, nel Galles, venne notato il suo talento per il pugilato, da cui prese il via la sua carriera professionistica. Negli anni, il destro “più pericoloso della storia della boxe” entrò nelle case degli americani attraverso la radio, con la leggendaria voce di Don Dunphy, e poi, negli anni ‘50, con la televisione. I “nuovi media” del tempo diedero alla boxe una popolarità enorme, contribuendo a costruire il fenomeno-Marciano che, “facendo parlare i pugni e tenendo la lingua al suo posto senza denigrare i rivali”, divenne rapidamente l’emblema lampante della voglia di emergere di tutta la comunità italiana d’Oltreoceano.

punti di contatto

“La storia di Rocky Marciano è la storia di tutti. Di chi ha sacrificato la quotidianità per inseguire un sogno. Di chi non ha mai rinnegato la prima origine esaltandone la peculiarità e i tratti distintivi in ogni ring del mondo. Di chi ha emancipato e riscattato il suo status sociale senza mai perdere di vista l’importanza del percorso familiare”, scrive Flavio D’Ambrosi, Presidente FPI – Federazione Pugilistica Italiana nella postfazione.

Dario Ricci come inviato di Radio24 ha seguito Europei e Mondiali di calcio, Olimpiadi invernali ed estive, Mondiali di nuoto e di atletica. Conduce “Olympia-miti e verità dello sport”, con cui ha vinto lo Sport Media Pearl Award 2015, il premio “Carlo Monti” e l’Overtime Radio Festival 2017.

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