di FRANCESCO GUIDOTTI

In Italia le condizioni lavorative dei giornalisti sono in peggioramento da oltre venti anni e questo porta con sé problemi di tipo economico e professionale. Questi problemi hanno notevoli ripercussioni anche sulla salute mentale.

Per approfondire il tema da lunedì 17 luglio è cominciato il lavoro per la prima inchiesta in Italia sulla salute mentale nel giornalismo. L’inchiesta prenderà in considerazione chi lavora nell’ambito dell’informazione e anche giornalisti non contrattualizzati (freelance, partite IVA, collaboratori occasionali), che spesso vivono ancora più problemi di instabilità, insicurezza e precarietà.

disagio psichico

All’inchiesta stanno lavorando la giornalista freelance Alice Facchini e la testata investigativa, indipendente e non profit IRPI – Investigative Reporting Project Italy. L’obiettivo che si sono posti è “raccontare quali sono le difficoltà che vivono i giornalisti, per poi fornire degli strumenti per riconoscere e affrontare situazioni di stress o disagio psichico”.

Per iniziare stanno raccogliendo dati e storie e hanno aperto un questionario anonimo su Google Form. Chiunque è invitato a partecipare, se lavora nel giornalismo.

Chi lavora nelle redazioni può avere problemi di vario tipo, da contratti precari a una competitività spinta. Le difficoltà possono essere di vario tipo, come evidenzia anche la stessa Alice Facchini, e tutte possono avere ripercussioni sulla propria serenità e per la salute mentale.

insicurezza economica

Fra freelance e precari esiste una diffusa insicurezza economica, spesso a causa di tariffe degli editori estremamente basse: questo non permette di poter progettare il proprio futuro. Inoltre la precarietà può portare un’ansia costante, costringere a svolgere anche altri mestieri e dedicare meno tempo al lavoro giornalistico. Inoltre un freelance che subisce una denuncia (o una querela temeraria) ha spesso poco aiuto e pochi soldi da investire per difendersi. I freelance vivono anche una condizione che li lascia spesso isolati e hanno poche occasioni di confrontarsi o di chiedere aiuto.

La competitività o il bisogno di portare notizie può portare anche a non fermarsi e a lavorare svariate ore al giorno e il fine settimana, vedendo e ascoltando storie complicate e emotivamente forti. Non tutti hanno il tempo per prendersi cura di sé o rallentare.

battute sessiste

A tutti questi temi se ne aggiungono altri specifici per le giornaliste. Esistono ancora discriminazioni per gli argomenti di cui si possono occupare e un giudizio negativo per quanto riguarda la scelta intima e privata della maternità. Nel giornalismo italiano, forse anche perché non è ancora emerso un #metoo, ci sono casi in cui le giornaliste subiscono anche ricatti a sfondo sessuale, avances non richieste, ambienti in cui si fa ampio uso di battute sessiste.

Il questionario è online da poco più di una settimana, ma è possibile ricavare alcune informazioni preliminari, come ci descrive Alice Facchini. Al momento hanno risposto al sondaggio oltre 330 persone: gli uomini sono il 45%, le donne il 54% e chi non si riconosce nei due generi sono l’1%. Una gran parte di chi ha risposto, il 72%, è iscritto all’Ordine dei Giornalisti, mentre il 28% non è iscritto.

pochissimo supporto

Altri dati riguardano anche l’iscrizione a Casagit, la cassa di assistenza sanitaria dei giornalisti italiani e che può dare supporto anche in termini di salute mentale: solo il 21,5% risulta iscritto a Casagit, il 78,5% non è iscritto.

Infine, dice Facchini: “Per il momento i fattori che sembrano influire di più sulla salute mentale sono l’instabilità, la precarietà, i compensi troppo bassi, i ritmi frenetici e rimanere sempre connessi, reperibili. La stragrande maggioranza dei giornalisti che hanno risposto finora non ha mai ricevuto supporto per quanto riguarda la salute mentale da parte dei propri datori di lavoro. Solo una piccolissima parte ha ricevuto supporto”.

Si può partecipare al questionario cliccando qui. Indicativamente per compilarlo ci vogliono circa 5-6 minuti.

(nella foto, Alice Facchini)

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