Mercoledì 14 giugno sciopero in Svizzera per chiedere migliori condizioni di lavoro per le donne, anche nel settore dei media. A quattro anni dal primo sciopero nazionale sul tema, le donne continuano a chiedere una migliore protezione contro le molestie, più donne in posizioni di responsabilità e un giornalismo libero da sessismo e razzismo. Le Federazioni internazionale ed europea dei giornalisti (IFJ-EFJ) hanno dato il loro pieno sostegno ai sindacati svizzeri Syndicom e Impressum.

 “Niente donne, niente notizie – più donne, più notizie”. Questo lo slogan con cui i sindacati dei giornalisti svizzeri sono scesi in piazza per amplificare le richieste su questioni che sono cambiate poco dal 2019: migliore protezione contro le molestie; parità di retribuzione; conciliazione tra lavoro, famiglia e salute mentale; donne in posizioni di responsabilità; no al sessismo, no al razzismo e più diversità nei media

Nelle redazioni svizzere le giornaliste guadagnano meno dei loro colleghi maschi, gli uomini continuano a occuparsi di determinate notizie, le donne subiscono molestie sul posto di lavoro, sul campo e su Internet, e la professione è ancora vista da molti come incompatibile con il desiderio di creare una famiglia. 

In una dichiarazione rilasciata il 13 giugno, il Consiglio di genere dell’IFJ ha espresso allarme per il declino dei diritti delle donne nel mondo e ha ribadito l’urgente necessità di “adottare misure concrete per porre fine al sessismo e al razzismo”. La presidente del Consiglio, María Ángeles Samperio, ha dichiarato: “Senza uguaglianza tra uomini e donne, non ci possono essere né giustizia né democrazia. Questo vale anche per la situazione delle giornaliste, che troppo spesso lavorano ancora in condizioni più precarie rispetto agli uomini. Dobbiamo cambiare questa dinamica, non solo per rafforzare l’uguaglianza nelle redazioni, ma anche per offrire un discorso mediatico più inclusivo a favore delle donne e privo di razzismo”.

 

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