(di francesco garibaldi)

“Succession”, quotata serie-tv targata Sky, ha portato alla ribalta un processo che prima o poi tutte le aziende, di piccola o media dimensione, ma anche grandi multinazionali, in qualsiasi Paese al mondo, devono affrontare: di padre in figlio/a, il ricambio generazionale familiare può condurre a una svolta positiva per le sorti del business, oppure può rappresentare una condanna al fallimento. 

Anche da noi, dove il 92% delle imprese sono di piccole o medie dimensioni (PMI) e circa il 30% dei capi-azienda ha più di 65 anni. La transizione nella “stanza dei bottoni” in Italia ricopre un’importanza strategica per la conservazione e il futuro del patrimonio industriale e dei territori in cui le imprese sono radicate: lo racconta Mario Benedetto, giornalista de Il Tempo e curatore del blog “GenerAzioni” di TgCom24.it, in “La staffetta. Il ricambio generazionale nelle imprese italiane”, edito da Luiss University Press nella collana “Bellissima”, curata da Nicoletta Picchio (Il Sole 24 ore). 

impatto consolidato

L’obiettivo del libro, con prefazione dell’imprenditore Luigi Abete, Presidente della Luiss Business School, è fotografare il fenomeno “culturale” del ricambio generazionale nelle imprese familiari italiane. Una prassi con un impatto già consolidato sulla società e sull’economia: le aziende che hanno passato con successo il testimone hanno infatti avuto nel 2021 un aumento dei ricavi del +20% rispetto a quello delle non-familiari (Istat).

Analizzando il fenomeno del family business di cui l’Italia è “Capitale mondiale”, Benedetto compie un viaggio nell’industria del made in Italy con una dozzina di interviste ad imprenditori “di seconda generazione” in diversi settori: dalla moda (Biagiotti) al lifestyle (Barletta), dal food all’energia ai materiali, dai trasporti (Alilauro) fino al pharma (Dompè). 

linee strategiche

Dando voce a dodici giovani imprenditori che, dopo gli studi, sono stati gradualmente coinvolti negli affari di famiglia ed inseriti nei vertici aziendali, il libro approfondisce come le realtà coinvolte hanno affrontato le sfide del digitale, dell’Intelligenza artificiale e della sostenibilità ambientale. E non è un caso che “oltre il 51% delle imprese che puntano su queste linee strategiche è guidato da giovani under 40”.

Solo modificando il passaggio di consegne da “mera sostituzione” a “coesistenza generazionale” – sostiene Benedetto – si produrrà valore aggiunto per la sopravvivenza e l’avanzamento economico delle imprese stesse.

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